L'osservazione

"Può essere sempre colpa dei giovani? Intanto Toti non spende 35 milioni di euro per il personale sanitario e le liste d'attesa"

Secondo il consigliere regionale resta da riflettere molto su le modalità e le impostazioni di questa campagna di vaccinazione

"Può essere sempre colpa dei giovani? Intanto Toti non spende 35 milioni di euro per il personale sanitario e le liste d'attesa"
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"Questi giorni sono stati segnati dalla morte di una giovane ragazza di Sestri Levante, una vicenda drammatica che ha scosso la nostra comunità. E che ha riaperto a livello nazionale la discussione sulle vaccinazioni, le procedure e le priorità (spesso con toni e modalità strumentali e deresponsabilizzanti, non rispettose della gravità del momento e delle preoccupazioni di tanti)". A parlare è il consigliere Luca Garibaldi, che torna su quanto accaduto in questi giorni.

La discussione riaperta sui vaccini

Continua Garibaldi:

"Venerdì scorso, il Governo e il Comitato Tecnico Scientifico ha comunicato un nuovo cambio nella gestione dei vaccini Astrazeneca, con una nuova impostazione per cui l'utilizzo resta per gli over 60, mentre per gli altri sotto quell'età che avevano ricevuto la prima dose, la seconda sarà o Pfizer o Moderna. Tutte le Regioni dovranno adeguarsi al nuovo piano, con la chiusura degli Open day volontari e la riprogrammazione delle prenotazioni.

Una decisione necessaria, ma resta da riflettere molto su le modalità e le impostazioni di questa campagna di vaccinazione, su come le varie Regioni si siano organizzate o l'abbiano comunicata, costruendola spesso come una competizione tra territori, sulla necessità di mantenere saldo il rapporto di fiducia tra le persone che si affidano nelle cure alle istituzioni e alla comunità scientifica, sulla necessità di rigore e prudenza e coerenza nelle scelte fatte e sulle responsabilità.

Se è sempre colpa dei giovani...

Nell’ultimo periodo si è molto discusso sul tema dei giovani e dei sussidi e dei giovani e dei lavori stagionali. La frase “sto cercando qualcuno che lavori, ma non trovo nessuno” “non hanno voglia di lavorare, preferiscono percepite il Reddito di cittadinanza invece che imparare un mestiere” hanno riempito i giornali o le nostre bacheche social.

A mio avviso però non si sta vedendo il problema dal lato giusto, cioè da quello della realtà: non quello del Senatore Matteo Salvini che in un’intervista in tv non fa altro che avvallare questo ragionamento, sempre dalla parte degli imprenditori che non trovano personale da far lavorare, e non quello del Signor Barilla che dichiara “Ragazzi, non accettate sussidi, mettetevi in gioco” (facile, se sei il rampollo di una delle famiglie più ricche del Paese): una situazione purtroppo così radicata nel nostro Paese non può essere analizzata con slogan.

La questione non è da leggere e analizzare con la contrapposizione tra chi riceve il reddito di cittadinanza e chi non vuole accettare dei lavori chiaramente sottopagati.

Il punto di lettura da cui dobbiamo partire è una riforma chiara e seria con delle forme reali di tutela, anche dei lavori stagionali, del mercato di lavoro. Perché non si può leggere nel 2021 di turni settimanali, senza giorno di riposo, da più di 10 ore per poco più di 500 euro al mese. E bisogna fermare questo meccanismo paternalista e tossico nei confronti delle nuove generazioni, che sono quelle che invece rischiano di pagare di più la crisi e la domanda di futuro".

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