Rapallo

Monumenti cittadini nel degrado

«Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente»

Monumenti cittadini nel degrado
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Ad osservare attentamente uno qualsiasi dei tanti monumenti commemorativi rapallesi, non può che tornare alla memoria la grande massima di Indro Montanelli secondo cui «Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente».

Monumenti cittadini nel degrado

E a giudicare dall’incuria in cui versano le testimonianze del passato rapallese, la situazione cittadina non sembra incoraggiante. Le condizioni di illeggibilità del monumento ai carristi caduti per la patria (o almeno questo dovrebbe leggersi sul basamento marmoreo), è solo l’ultimo capitolo di una sterminata enciclopedia di esempi di trascuratezza. Diverse lettere del memoriale collocato ai giardini Giuseppe Verdi sono state verosimilmente asportate dai “soliti idioti”. Una nota dolente che affligge purtroppo Rapallo, così come la quasi totalità dei Comuni italiani. Le telecamere di videosorveglianza (spesso elemento chiave nella risoluzione di episodi controversi) non sempre sono sufficienti a scoraggiare simili scempi ai danni del patrimonio pubblico. Se a questi, però, ci si aggiunge la noncuranza, il danno è completo.

Così svanisce la storia di una città

Basti pensare al «Bollettino della Vittoria» firmato dal generale Armando Diaz che ne volle affissa una copia monumentale presso ogni caserma e Municipio d’Italia. Un capillare messaggio alla popolazione d’allora, che a Rapallo trova spazio sulla parete d’ingresso del teatro delle Clarisse. Eppure - come evidenziammo su queste pagine nell’ottobre del 2015 - diverse decine di quei caratteri, fusi nel bronzo delle artiglierie strappate al nemico, sono spariti da diverso tempo. L’auspicio di allora era che il monumento potesse ritrovare il suo antico splendore in tempo per il centenario della vittoria, proclamata il 4 novembre 1918. Nulla di fatto e a distanza di anni, quelle lapidi risultano ancora dimenticate. Non è andata meglio al Parco delle Rimembranze di San Michele dove - come segnalammo diversi mesi or sono - le targhe affisse nel 1930 sono state inghiottite dalla vegetazione e i nomi dei caduti incisi sui marmi dell’altare con la fronte scolpita a rilievo, raffigurante una croce e l’avanzata dei soldati, sono ormai divenuti illeggibili e necessiterebbero un radicale intervento di pulizia e ripresa dei caratteri. È andata meglio alla lapide posta ai piedi della statua di Colombo, originariamente realizzata dall’associazione “Liguri antighi, i Rapallin” e recentemente restaurata dal Circolo territoriale di Fratelli d’Italia che ha finanziato e curato anche il restauro del monumento ai martiri delle foibe e a Norma Cossetto danneggiati dai vandali. «Ci piangeva il cuore a vedere quelle targhe illeggibili o distrutte, così abbiamo chiesto di poter intervenire», spiega il presidente Gianni Arena. Un esempio di attenzione al patrimonio storico e alla memoria collettiva che speriamo - laddove non dovesse giungere dalle istituzioni - possa ispirare qualche privato o associazione territoriale, affinché le testimonianze storiche di una città non svaniscano per sempre.

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