"Case", il nuovo libro di Helena Molinari
Delicato e ricercato, si fa scoprire poco a poco.
E’ delicato e ricercato, il nuovo libro di Helena Molinari - scrittrice e conduttrice radiofonica, ideatrice del Festival della Parola - uscito il 10 novembre.
Il libro
“Case”, edito da Pentagora, si fa scoprire a poco a poco. Una storia semplice e “calda”, ambientata in terra ladina.
«“Case” è nato dall’esigenza di raccontare una storia in un periodo particolare - ci racconta Helena -. Un libro per non dimenticarci del posto o dei posti in cui siamo stati, delle case che ci hanno segnato per sempre, quelle che abbiamo trovato il coraggio di tenere o di abbandonare. Non sono le case che noi scegliamo, sono loro a scegliere noi. Le case parlano, basta saperle ascoltare».
E’ la storia ad aver preso per mano la scrittrice, ci racconta, e a condurla in un libro piacevolissimo:
«Spero di averci messo dentro il giusto peso, ma anche una sana leggerezza».
Scrive la Roncada nella prefazione:
«“Case” racconta la storia di Chiara che, in pieno lockdown, sa sciogliersi dai ruoli cui si è affidata per tutta la vita, trovando le motivazioni per voltare pagina, costruire il nuovo senza rinunciare al calore dei ricordi e degli affetti».
Il libro ha avuto più “gestazioni”.
«E’ una storia che ha preso il volo in maniera molto leggera, ho cominciato a scriverla nel 2020 - continua Helena - mentre ero ricoverata per alcuni problemi di salute (nel libro, dedicato al figlio, ci sono vari ringraziamenti, tra i quali tutti gli infermieri e i medici dell’ospedale di Lavagna, ndr) ed è nato durante un forte periodo di incertezza che riguardava tutti, il covid, che nel libro compare, ma che non viene mai nominato così perché era una creta molto delicata da maneggiare. Il mio desiderio era andare oltre a tutti gli stimoli che ci arrivavano. In tutti quei mesi siamo stati rinchiusi dentro le nostre case, tutti abbiamo dovuto reimparare la nostra vita, come da piccoli a camminare. Ho cercato di raccontare e incidere la sofferenza, il vuoto che può lasciare la perdita di una persona cara e come lo si può colmare. Di come ricercare qualcosa spesso ti porti a qualcosa che mai ti saresti immaginato. Inutile dire che dentro ci sono parte dei miei affetti e del mio vissuto, l’amore per la montagna e per i libri».
“Case”, rigorosamente scritto a mano, è poi rimasto in attesa, come il lievito di un pane, «in seguito c’è stato l’inevitabile lavoro con l’editore e la fase di editing con Zena Roncada, svolta nell’agosto 2021, un periodo forse più leggero, nel quale c’era, tra le persone, un forte desiderio di ritorno alla normalità: arrivare al libro finito è stato un bellissimo “duello” tra due donne molto pignole che avevano il comune desiderio di rendere un linguaggio non solo corretto e gradevole, ma anche percettibile».
E il libro, leggendolo, si fa “sentire”: curato nei dettagli, ogni parola non è casuale, ma collocata in maniera delicata e poetica. Persino le descrizioni dei posti e delle persone che lo abitano sono frutto di una laboriosa ricerca che Helena ha fatto nei mesi scorsi. La storia ha un finale aperto?
«Mi piace sempre lasciare la porta socchiusa...». Noi l’abbiamo aperta, e quello che abbiamo trovato dentro ci è piaciuto.
Il libro “Case” si trova nelle librerie e sul sito di Pentagora.