Sestri levante

Madonna del Carmine, torna la processione

La processione “du Carmu” prevede per i vari partecipanti quello che oggi si direbbe un “dress code” ben preciso

Madonna del Carmine, torna la processione
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Dopo due anni di pausa a causa della pandemia, Domenica 17 luglio si rinnova la tradizione della processione di Nostra Signora del Carmelo a Sestri Levante.

La giornata avrà inizio nella millenaria Pieve di Santo Stefano del Ponte fin dalle 7 del mattino con la prima messa presieduta dal parroco; alle 9, la S. Messa presieduta dal Vescovo diocesano S.E. Mons. Giampio Devasini, con la partecipazione del coro polifonico parrocchiale, darà poi inizio alla solenne processione; la pesante arca rivestita d’argento è già carica di grappoli d’uva, segno di gratitudine per i frutti della terra: da lì la venerata effige seicentesca della Madonna da poco restaurata troneggia in mezzo a un tripudio di meravigliosi fiori rosa, pronta a dirigersi verso il centro di Sestri Levante portata a spalle da un folto gruppo di uomini sul caratteristico ponte romano, che dà il nome alla parrocchia, e nello storico quartiere di Ca’ di Feraè, che una volta era territorio della parrocchia di Santo Stefano; la precederanno i tre famosi Crocifissi della confraternita del Carmelo di S. Stefano del Ponte: u “Piccin”, u “Giancu” e u “Neigru”, conosciuti anche oltre i confini della regione, portati con abilità dai “cristezzanti” di Sestri Levante e di ogni parte della Liguria, i quali partecipano con orgoglio e gioia a una delle processioni che loro stessi, che di processioni ne capiscono, definiscono come una delle più emozionanti e belle della Liguria; la processione giungerà dopo le 11 alla Basilica di Santa Maria di Nazareth, nel pieno centro storico di Sestri Levante, dove farà il suo ingresso e sosterà per la celebrazione della S. Messa, pronta a ripartire subito dopo per fare ritorno alla collina.

Sulla via del ritorno, due i momenti particolarmente toccanti: il primo, la sosta in Viale delle Rimenbranze di fronte alla spiaggia dei Balin per il triplice inchino dell'arca verso il mare in segno di benedizione e preghiera per i pescatori, i naviganti e quanti si mettono per mare in fuga dalle guerre e dalla povertà. Il secondo momento, cruciale ed emozionante insieme, è davvero quello che dà termine alla lunga mattinata: i tre pesanti crocifissi e l’arca, seguiti da tutto il popolo, risalgono la ripida “croza” e le scale che portano alla Pieve: passo dopo passo, gradino dopo gradino, sotto il sole cocente dell’una di pomeriggio il sudore inzuppa gli abiti, le forze sembrerebbero venire a mancare e invece sono l’emozione e forse anche un po’ di adrenalina a farla da padrone e con un ultimo sforzo e la grande abilità dei portatori si giunge sul piazzale, dando conclusione a questi momenti che, quasi, si vorrebbe non finissero mai. L'antico voto di fare una processione penitenziale che porti l’immagine della Madonna del Carmelo fino alla venerazione del centro della città, è ormai sciolto ancora una volta, come ogni anno dal 1686, e i valori più alti del cristianesimo sono stati testimoniati.

È una manifestazione davvero ricca di fede, ma non mancano certo la tradizione e il colore: la processione “du Carmu”, infatti, prevede per i vari partecipanti quello che oggi si direbbe un “dress code” ben preciso, che continua a passare e permeare tacitamente tra le generazioni: i portatori dell’arca faticano rivestiti della loro cappa bianca mentre per gli abili “cristezzanti” ne è prevista una marrone, che richiama il colore dell’abito dei monaci e monche Carmelitani. Per quanto riguarda gli abiti femminili, la tradizione vuole un abito bianco per le giovani mentre le signore saranno vestite di nero non in segno di lutto ma di penitenza e di rispetto. Anche tra i giovanissimi c’è gran fermento: saranno nelle prime file, chi in servizio come chierichetto, chi vestito da “angioletto”, con tanto di ali sulla schiena, chi rappresenterà, sempre in costume, la figura di qualche importante santo o santa e chi invece sta rispolverando la veste bianca ricevuta in primavera nel giorno della prima Comunione. Un “accessorio” accomunerà certamente tutti: lo scapolare, il piccolo pezzo di stoffa con le immagini di Gesù e di Maria, portato al collo, segno di protezione filiale proprio della venerazione a Nostra Signora del Carmine.

Ma la festa, che nella processione trova il momento culminante, non si chiude qui. Alla sera intorno alle 21:30, dopo la preghiera del Vespro, sul piazzale della chiesa ci si incontra per fare ancora festa allietati dalla musica della Slow Band, assaporando qualche dolcetto.

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