Nada Cella, trovato Dna femminile sulla scena del delitto
Possibile il rinvio a giudizio dell'unica indagata dell'omicidio, Annalucia Cecere
Sembra incredibile ma 26 anni dopo si potrebbe scrivere una nuova, clamorosa pagina sul caso insoluto dell'omicidio di Nada Cella: gli ultimi esami del Dna condotti sugli abiti della giovane segretaria uccisa a Chiavari il 6 maggio 1996 e sulla scena del delitto hanno riscontrato la presenza di piccole macchie di sangue appartenente a un individuo di sesso femminile, e non alla stessa Cella, su una camicia della giovane, su una sedia e nell'ascensore: si tratterebbe dunque della "firma" lasciata dall'assassina della ragazza. Sebbene non vi siano state ancora novità giudiziarie, il cerchio si stringe intorno alla nuova indagata, Annalucia Cecere, conoscente di Nada Cella e del commercialista Marco Soracco, del quale sarebbe stata innamorata. Soracco e la mamma Marisa Bacchioni risultano ad oggi indagati per aver fornito false informazioni al Pubblico Ministero.
La nuova pista
Dopo il ritorno della Cecere sotto i riflettori, sono emerse testimonianze dell'epoca del delitto che avrebbero visto la donna, forse sporca di sangue, ripartire con il suo motorino dalla zona del delitto. Il motorino peraltro, custodito dalla Cecere fino ad oggi nel garage della sua nuova casa a Boves in Piemonte, non ha fornito riscontri circa la presenza di Dna di Cella. Le ricerche vengono condotte dal genetista Emiliano Giardina, che dovrà depositare i risultati entro il 28 settembre. Il caso è stato riaperto anche grazie al lavoro condotto dalla criminologa Antonella Delfino Pesce, che ha studiato le carte del processo e ha promesso alla mamma di Cella, Silvana Smaniotto, di trovare la verità.