l'interrogatorio

Ucciso da una freccia, Scalco si difende: "Non sono razzista"

"Li ho visti urinare davanti al cancelletto e li ho rimproverati, da lì è nata una discussione" ha dichiarato l'uomo

Ucciso da una freccia, Scalco si difende: "Non sono razzista"
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"Li volevo solo intimidire, non volevo uccidere. Ho perso la testa, sono stato provocato". È quanto ha riferito nel corso dell'interrogatorio davanti al gip Evaristo Scalco, l'artigiano e maestro d'ascia di 63 anni, originario di Lavagna, che ha ucciso con arco e freccia l'operaio Javier Miranda Romero di 41 anni nel centro storico di Genova.

L'interrogatorio

Il giudice Matteo Buffoni ha convalidato l'arresto e disposto la custodia in carcere. "Non sono un razzista - avrebbe affermato Scalco nel corso dell'interrogatorio - Anzi a chi lo è spiego sempre che gli immigrati scappano dalle guerre e dalla miseria. Li ho visti urinare davanti al cancelletto e li ho rimproverati. È nata una discussione. Non mi ricordo di avere detto quella frase sugli immigrati".

Scalco, secondo il suo legale, l'avvocato Fabio Fossati, è affranto per quanto avvenuto e non è persona abituata alla violenza. "Quando ho capito quanto successo - ha dicharato - sono sceso e ho provato a soccorrerlo. Sono tornato a casa per prendere degli asciugamani. Quella sera ero stanco, avevo la musica accesa ma non era alta visto l'ora".

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