Pompei punta ancora il dito sul secondo lotto di parcheggi a pagamento davanti al teatro di Camogli
Il consigliere comunale: «Ecco i tempi di un programma che spingerà la città verso il baratro»
«Un cronoprogramma già deciso quello che, da qui al prossimo 29 ottobre, porterà l’amministrazione a dare il via ai lavori per il secondo lotto di parcheggi a pagamento davanti al teatro di Camogli. Il primo step sarà il 10 febbraio con la presentazione della gara. Il 12 marzo ci sarà l’aggiudicazione provvisoria, seguita a poco più di un mese di distanza da quella definitiva. Il 16 maggio invece sarà la volta della firma sul leasing, il finanziamento da 19 milioni di euro per il quale la città si ritroverà a dover pagare rate da quasi un milione di euro l’anno per i prossimi 20 anni. A fine ottobre, poi, l’apertura del cantiere e l’avvio dei lavori».
Con questo incipit il consigliere comunale Claudio Pompei, capogruppo di “Camogli nel Cuore” torna a puntare il dito sul secondo lotto di parcheggi a pagamento davanti al teatro di Camogli.
Le dichiarazioni
«Quello che l’amministrazione ha predisposto io lo definisco un “cronoprogramma verso il baratro” - spiega Pompei - perché non solo questo secondo scavo toglierà altri posti auto in piazza Matteotti, ma costringerà la città a indebitarsi per i prossimi vent’anni, rendendo di fatto impossibile per qualunque amministrazione garantire quei servizi e quelle opere di cui i cittadini hanno bisogno».
«Ho dovuto lottare anche contro il silenzio utilizzato da qualcuno per non far conoscere ai cittadini i dettagli di ciò che questa amministrazione vuole fare - conclude Pompei -. Alla fine ce l’ho fatta, anche grazie al lavoro e alla disponibilità dei funzionari comunali che ringrazio pubblicamente. Credo sia corretto condividere la documentazione recuperata, mettendone a conoscenza tutta la cittadinanza. Da parte mia, proverò con ogni mezzo a fermare o almeno cambiare questo programma perché ritengo che rappresenti un grave rischio per la città, una scelta che spingerà Camogli verso il baratro».