Lavagna

Caso De Paoli, il Comitato: "La sentenza ci lascia perplessi, aspettiamo le motivazioni del giudice"

La risposta dopo l'assoluzione per il caso della presunta frase “Se avessi un figlio gay lo brucerei in un forno”

Caso De Paoli, il Comitato: "La sentenza ci lascia perplessi, aspettiamo le motivazioni del giudice"
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Lo scorso 21 marzo è stata pronunciata la Sentenza di primo grado dal Tribunale di Genova nella veste del giudice Filippo Pisaturo che ha assolto l’ex Consigliere della Regione Liguria di Lega Nord Giovanni De Paoli per il caso della presunta frase “Se avessi un figlio gay lo brucerei in un forno”.

Le dichiarazioni del Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione

“Non conoscendo le motivazioni di questa prima sentenza, al momento preferiamo non pronunciarci in merito. Aspettiamo 90 giorni per poterci appellare anche perché davanti al fatto che la frase incriminata con l’accusa di diffamazione e con l’aggravante di incitamento all’odio razziale verso gli Omosessuali dal Pubblico Ministero che oggi ha chiesto quattro mesi di reclusione per De Paoli, essendo che diversi testimoni hanno confermato di aver sentito De Paoli pronunciarsi in quel modo, onestamente ci lascia perplessi” - commenta così la denunciante Aleksandra Matikj del “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione” – “Si tratta del PRIMO CASO GIUDIZIARIO CONTRO L’OMOFOBIA IN ITALIA ed oggi la nostra massima Solidarietà va a tutte le famiglie che erano presenti quel giorno presso la Regione Liguria ma anche a tutte le altre di tutto il Paese che oggi avrebbero dovuto invece a nostro avviso farsi valere tramite una Sentenza che le tutelasse: i genitori ed i figli.

Noi come Comitato esistiamo proprio per questo, rappresentiamo le Persone e le Categorie in generale, possiamo agire in merito come ad esempio per la condanna dal Tribunale della Spezia per la frase da noi denunciata “Forni per i Migranti anziché le case popolari” che coinvolse anche Stefania Pucciarelli per il suo “mi piace” su Facebook a tali parole e la condanna contro l’ex sindaco di Alassio Enzo Canepa per la sua ordinanza, firmata nel 2015, che vietava l’ingresso e la permanenza nel Comune di Alassio a chi è di nazionalità africana, asiatica o sudamericana per motivi igienico-sanitari giudicata palesemente discriminatoria. Ricordo un caso simile quando personalmente nel 2012 raccolsi oltre mille firme in una settimana per le dimissioni del consigliere di Albenga Mauro Aicardi che per la frase “Forni per i Migranti” il quale fu successivamente condannato dalle autorità giudiziarie di Savona ad otto mesi di reclusione dopo patteggiamento.

Siamo amareggiati che in un Paese come l’Italia sembra si possano lasciare impunite le frasi come quelle dove migliaia di Persone, soltanto perché Gay assistono anche quotidianamente, nelle scuole, sui posti di lavoro, nella società alle esternazioni simili ma una frase del genere da un Consigliere regionale è inaccettabile.
Per ora, appunto, preferiamo non esprimerci al momento. Aspettiamo le motivazioni del giudice anche per vedere se nel caso esistesse in Italia una Legge a difesa chi vittima di omobilesbotransfobia, la sentenza sarebbe stata oggi diversa”, conclude la Matikj.

De Paoli è stato denunciato anche dall’Associazione AGedO, Associazione Genitori di Omosessuali" e con l'intervento di Michele Potè per Avvocatura per i Diritti LGBT+.

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