Soprintendenza boccia l'ascensore per la casa di Malacalza a Portofino
L'imprenditore ricorre al Tar
Prosegue la guerra giudiziaria tra la famiglia Malacalza, il Comune di Portofino, la Soprintendenza Archeologica della Città Metropolitana di Genova e la parrocchia di San Martino per il progetto dell'ascensore presentato dall'imprenditore dell'acciaio per raggiungere la propria abitazione nel celebre borgo.
L'imprenditore ricorre al Tar
Dopo la bocciatura da parte della Soprintendenza del secondo progetto presentato, quello che prevedeva un solo elevatore e l'uso pertinenziale, Vittorio Malacanza e la moglie hanno deciso di ricorrere al Tar per chiedere l'annullamento del parere negativo. A innescare il caso era stata la parrocchia di San Martino con il parroco che si era opposto al primo progetto (due ascensori e un utilizzo pubblico). Lo scorso giugno la Soprintendenza aveva bocciato il progetto e a fine mese una ulteriore nota della Soprintendenza portava il preavviso di rigetto di ogni altro atto del procedimento. La novità, confermata dalla delibera, ribalta anche quelle che qualche tempo fa sembravano le previsioni di una soluzione bonaria tra le parti. Malacalza a gennaio 2022 aveva proposto un progetto con due ascensori: uno per la sua abitazione, l'altro per raggiungere l'ex asilo comunale, che potrebbe essere in futuro la nuova sede del municipio. Ma il parroco si era opposto temendo che i lavori potessero danneggiare la chiesa e il 17 novembre scorso il Tribunale aveva dato ragione al religioso in quanto i lavori avrebbero potuto essere pericolosi per la stabilità della chiesa stessa. Nella sentenza del giudice amministrativo si legge che "sono emerse numerose criticità e lacune in ordine al progetto dell'opera predisposto". Dopo la sconfitta, Malacalza aveva proposto un nuovo progetto meno impattante con un solo ascensore ad uso esclusivamente privato. La pratica era già stata approvata in giunta e votata in consiglio comunale. Ma è arrivata la Soprintendenza a bocciarla nuovamente.