sestri levante

Gli studenti del Natta incontrano l'atleta olimpionico Rachid Berradi

La storia di immigrato, il successo sportivo, l'impegno per i ragazzi più in difficoltà, il suo lavoro da carabiniere

Gli studenti del Natta incontrano l'atleta olimpionico Rachid Berradi
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Nella mattina di oggi, lunedì 9 ottobre, alcune classi del Natta hanno incontrato Rachid Berradi, atleta olimpionico, molto impegnato in attività con i giovani dei quartieri a rischio di Palermo. Ha portato il suo saluto la dirigente scolastica Paola De Vincenzi e anche il nuovo capitano dei carabinieri della compagnia di Sestri, Giada Conti. Conti era fino a poche settimane fa in servizio a Palermo, dove svolge il suo lavoro Rachid, al comando provinciale di Palermo.

Una storia interessante

I ragazzi sono stati molto incuriositi nell'ascoltare la storia di una persona con esperienze così ricche e diverse. La storia di immigrato, il successo sportivo, l'impegno per i ragazzi più in difficoltà, il suo lavoro da carabiniere.

Ecco alcune domande che gli hanno fatto stamattina.

"Sono arrivato dal Marocco poco più di 35 anni fa, da un piccolo villaggio (Meknes), avevo 10 anni - ha raccontato  lo sportivo -. Ora vivo a Palermo. Di professione sono carabiniere/forestale. Come Guardia Forestale ho praticato tutta la mia carriera sportiva".

Recentemente sei stato prenotato dal presidente della Repubblica perché ?

“Per il lavoro che svolgo in questa città. Nel rione Zen ho cercato di invogliare i ragazzi a praticare lo sport. Posso raccontare un episodio. Quando li facevo uscire dal rione, i ragazzini dicevano: oggi andiamo a Palermo! E’ stato difficile far capire che loro erano di Palermo. Ho iniziato con l’atletica, poi sono passato a farli giocare al pallone, l’importante che si divertano. Ci tengo a raccontare ai bambini da dove sono partito e, dove sono arrivato, solo con la forza di volontà. Un lavoro lungo ma che mi sta dando tantissime soddisfazioni. Non mi aspettavo di certo un riconoscimento simile”.

A Palermo come ti trovi?

“Palermo è una città bellissima, come una bella donna da corteggiare. Dagli anni ’90 è completamente cambiata, è frequentata anche dai turisti. Quando andavo a gareggiare all’estero il secolo scorso e dicevo che abitavo Palermo mi rispondevano: Palermo-mafia. Non mi piaceva per niente!”.

Le motivazioni del riconoscimento?

“Sono stato nominato Cavaliere per l’impegno nel sociale, utilizzando lo sport come arma di riscatto per i più deboli. Quando ho finito di gareggiare potevo rimanere di stanza a Rieti, sede allora della Forestale, come tecnico, invece ho deciso invece di tornare in Sicilia e cercare di aiutare i giovani, i bambini. Ho fondato l’Atletica Berradi 091. Nel mio impegno mi ha aiutato moltissimo Don Ciotti e la fondazione 'Libera'. Non ci fosse stata l’Associazione, avrei avuto maggiori difficoltà”.

 

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