Il Comitato No al Depuratore presenta un'istanza a tutti gli enti coinvolti
"Chi ha approvato l'opera se ne dovrà assumere la responsabilità in termini economici e penali"
Il Comitato No Depuratore in colmata ha inviato un'istanza a tutti gli Enti (Regione, Città Metropolitana, Comuni coinvolti, ASL, ARPAL, ecc.) che a loro tempo hanno approvato il progetto del Depuratore in colmata a Chiavari, esortandoli, alla luce della recentissima mareggiata, a riesaminare la collocazione del depuratore.
L'istanza
“Le grandi mareggiate degli ultimi anni non sono più fenomeni isolati, si tratta di eventi sempre più frequenti e violenti, questo è un dato che non può essere ignorato” – spiega Andrea Sanguineti, presidente del Comitato. “Con questa istanza vogliamo chiarire che, chi ha approvato l’opera in conferenza dei servizi, se ne dovrà assumere la responsabilità in termini economici - in caso di eventuali danneggiamenti all’impianto causati dalla furia del mare - e in termini penali, in caso di danni all’ambiente o, peggio ancora, a persone”.
Nel documento viene chiesta la sospensione cautelativa di ogni ulteriore attività o atto diretto alla realizzazione del depuratore in colmata e la revisione del progetto in base ai nuovi eventi meteo marini. Lo scopo è quello di avere la certezza che le opere di difesa siano in grado di garantire, oggi e nel futuro, continuità operativa di funzionamento in sicurezza di uomini e strutture.
Ancora Sanguineti:
“Questo è solo uno dei tanti problemi di questo progetto. È impensabile che nel 2023 Chiavari possa accettare la costruzione di un depuratore per 11 comuni e 140mila abitanti sotto il livello del mare in piena zona turistica. È facile prevedere che nel periodo estivo la città sarà invasa per molti giorni da importanti emissioni odorigene. Ricordiamo poi che l’impianto non prevede l'utilizzo di energia pulita per il funzionamento e che le acque trattate verranno sversate direttamente in mare, uno spreco inaccettabile”.