Dimensionamento scuole in Liguria, Flc Cgil : "Scelta pasticciata a danno di studenti e personale scolastico"
Dopo l'approvazione del consiglio regionale, interviene il sindacato
Il consiglio regionale della Liguria ha approvato nella serata di ieri un piano di dimensionamento scolastico che prevede a partire dall’anno scolastico 2024/25 la soppressione di ben 16 scuole nella nostra Regione, "con una modalità a dir poco pasticciata - interviene la Flc Cgil Liguria - ciò che è stato votato a maggioranza viola le più elementari regole di trasparenza e correttezza amministrativa, considerato che non sono stati mai presentati atti amministrativi in merito da parte di Genova Città metropolitana e per le altre province alcuni accorpamenti sono stati annunciati, ma non risultano nelle relative delibere".
Netta contrarietà ai tagli nella rete scolastica
La Flc Cgil Liguria ribadisce nuovamente la propria netta contrarietà
"a questa politica di tagli alla rete scolastica - scrive il sindacato - che determineranno non solo una riduzione di posti dei dirigenti scolastici e dei direttori amministrativi, ma una diminuzione complessiva dell’organico del personale ausiliario, tecnico ed amministrativo, con un evidente peggioramento dell’offerta formativa, delle possibilità di gestione ed aumentando il numero complessivo degli alunni per istituto, senza diminuire il numero degli alunni per classe.
La Flc Cgil Liguria denuncia la logica puramente ragionieristica, priva di qualunque considerazione del ruolo della scuola pubblica, della più totale mancanza di consapevolezza delle criticità che si causeranno, senza alcuna valutazione del danno complessivo e del peggioramento netto per la vita degli studenti e dei lavoratori delle scuole coinvolte, mentre la scuola avrebbe bisogno di reali investimenti, di maggiori risorse di organico, di più tempo scuola.
La Flc Cgil Liguria continuerà con ulteriori azioni di mobilitazione, non escludendo nessuno degli strumenti a disposizione per limitare la portata di questi provvedimenti che invece di investire continuano a tagliare l’istruzione pubblica, peggiorando e rendendo meno esigibile il diritto allo studio".