Cronaca

Uccide uomo con una freccia: "Sono disperato per quanto fatto"

Figlia della vittima: "Non ho visto un pentimento al 100%, sono uscita dall'aula perché non ce la facevo a sentire. Chiedo venga fatta giustizia per mio papà, per il mio fratellino e per me"

Uccide uomo con una freccia: "Sono disperato per quanto fatto"
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“Ho fatto la più grossa stupidaggine della mia vita che non riuscirò mai a perdonarmi. Mi porto il peso di avere ucciso un uomo giovane e di avere lasciato un bimbo senza il suo papà".

Figlia della vittima: "Non ho visto un pentimento al 100%, sono uscita dall'aula perché non ce la facevo a sentire. Chiedo venga fatta giustizia per mio papà, per il mio fratellino e per me"

È quanto ha detto in aula Evarisco Scalco, il maestro d'ascia che la notte tra l'1 e il 2 novembre 2022 ha ucciso con una freccia Javier Alfredo Miranda Romero, l'uomo che stava festeggiando la nascita del figlio in centro storico con un amico. Marinaio e abilissimo artigiano, Scalco, ha vissuto anche a Lavagna e Leivi, pur essendo residente nella provincia di Varese. A Lavagna lo ricordano in tanti, nella zona del porto, dove aveva lungamente lavorato.

"Ho visto due persone per strada. Uno dei due ha iniziato a fare la pipì contro una saracinesca. Ho detto loro gentilmente di non farlo. Mi hanno guardato e detto che non erano affari miei. Così è degenerata, hanno iniziato a farfugliare, mi hanno insultato. Poi sono andato in cucina e mentre ritornavo in salotto ho sentito un botto enorme e odore di polvere da sparo. Mi avevano tirato un petardo in casa. Quando si è raffreddato gliel'ho lanciato contro. Mi hanno insultato. Ma io ho risposto che non ero scemo visto che erano in due". La situazione sembra tornare tranquilla, secondo l'imputato. Dopo forse cinque minuti "ho sentito un altro botto. A quel punto ho afferrato l'arco è l'ho mostrato. Pensavo di mettere paura e che finisse lì. Purtroppo non è andata così, mi hanno continuato a insultare. E io forse ho detto "stranieri di m... o persone di m.... Non è da me non sono razzista". Poi il colpo scoccato con l'arco. "Non volevo colpire nessuno ma i vasi di plastica. Ho capito che lo avevo ferito quando l'ho visto cadere a terra. A quel punto sono sceso in strada e mi interessava solo di soccorrerlo. Oggi sono disperato perché non volevo ucciderlo". Il pentimento non ha convinto la figlia più grande della vittima. "Non ho visto un pentimento al 100% - ha spiegato la giovane dopo l'udienza - sono uscita dall'aula perché non ce la facevo a sentire. Chiedo venga fatta giustizia per mio papà, per il mio fratellino e per me". In mattinata era stata sentita la compagna di Scalco che tra le lacrime ha detto: "sentiamo la responsabilità della vittima, faremo di tutto per aiutarli anche economicamente".

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