Comitato No Tunnel: "Sconcertati dalle parole di Rixi"
Tutti i dubbi sull'iter dell'opera espressi dal comitato
"Purtroppo siamo costretti a sottolineare una nuova “scorrettezza istituzionale” riguardante il progetto Innesto A12-Val Fontanabuona": a lamentarlo è il Comitato rapallese "No Tunnel Fontanabuona".
"Già a settembre, all’inaugurazione del Salone Nautico, importanti personalità politiche e gli stessi rappresentanti della Società Autostrade hanno provocato la nostra reazione, con lettera inviata al presidente della Commissione per la Valutazione d’Impatto Ambientale, in quanto avevano assicurato che non ci sarebbero stati problemi ad ottenere la VIA entro ottobre. Pronostico smentito dai fatti - afferma il comitato - La situazione si è ripetuta in questi giorni con le dichiarazioni del vice ministro alle Infrastrutture Rixi, riportate dagli organi di informazione, che segnala che a breve ci sarà la conclusione dell’iter burocratico e che ci sono diversi problemi in via di soluzione, non considerando ancora una volta il fatto che non si conosce ufficialmente quale sarà il risultato del lavoro e delle indagini della Commissione che deve ancora esprimere il proprio parere.
Ribadiamo che a nostro avviso questa è una mancanza di rispetto nei confronti dei professionisti che lavorano nella Commissione che devono essere messi in condizione di stabilire senza alcuna pressione esterna la valutazione dell’impatto ambientale dell’opera.
Per quanto dichiarazioni rilasciate in una cena conviviale con gli esponenti provinciali del proprio partito, il vice ministro non dovrebbe dimenticare che ricopre un’importante carica istituzionale, che le sue decisioni spostano centinaia e centinaia di milioni di soldi statali e vanno ad interferire con la quotidianità di migliaia di persone che attendono risposte che riguardano la propria vita, con il rischio di vederla rovinata o comunque sottoposta a gravi e dolorose modifiche. Forse sarebbe opportuno aspettare la fine dei procedimenti e l’eventuale approvazione del progetto, anche perché è doveroso credere nell’imparzialità e nelle capacità dei professionisti presenti in Commissione e nel fatto che il loro lavoro abbia un valore sostanziale e non sia soltanto un timbro sopra una pratica.
I dubbi
"Le dichiarazioni del vice ministro ci lasciano perplessi non solo nella forma ma anche nella sostanza.
Viene affermato che manca ancora una valutazione da parte della Regione su due situazioni di microfrane a Tribogna e ci piacerebbe sapere se questo è un problema sorto nell’ultimo periodo oppure se va avanti da tempo, visto che a luglio la Regione non ha presentato alcuna osservazione relativa a questa situazione.
Viene reso manifesto che la Soprintendenza deve ancora dare un parere sullo svincolo posto a pochi chilometri dal casello di Rapallo, le mostruose “rampe”. Si dice che ci sono problemi sulla struttura delle rampe lato Rapallo e che ci saranno accorgimenti rispetto al progetto originale già concordati con la Società Autostrade.
Ci sorge qualche dubbio: ma se c’è un accorgimento, quindi una modifica in corso, rispetto al progetto definitivo e alle integrazioni consegnate al Ministero dell’Ambiente concernenti una parte dell’opera che aveva ricevuto parecchie “osservazioni” per il suo massacrante impatto visivo, cosa sta valutando la Commissione per la VIA?
Una parte di progetto che sta già per essere modificata e per una richiesta della Soprintendenza che non è apparsa prima in nessuna osservazione e integrazione? E’ un procedimento regolare?
La Soprintendenza ha fatto un’osservazione per preservare i resti di un antico Mulino presente in prossimità della confluenza tra il torrente Lavagna ed il suo affluente Litteglia e di conseguenza, prima della consegna del progetto definitivo al Ministero dell’Ambiente, è stato modificato il tracciato planimetrico ed il ponte in attraversamento del torrente Lavagna.
Invece per tutte le questioni inerenti le rampe dello svincolo a Rapallo, compreso l’impatto visivo, è sempre stato risposto che è tutto regolare e in nessuna pagina si trova una richiesta di chiarimenti della Soprintendenza su una parte del progetto che riguarda il 60% circa dell’area all’aperto, ovvero il segmento più grosso ed importante dell’opera che dovrebbe avere una base di decine di piloni e la cui area cantiere cancellerà l’intera zona delle vallate che sopra il rio Tangone a Santa Maria e renderà particolarmente difficile la vita di numerosi residenti, probabili vittime di espropri o di cantiere sull’uscio di casa.
Non proprio una situazione di poco conto.
Crediamo sia necessario saperne di più".
"Sconcertati dalle parole del vice ministro"
"La frase più sconcertante del vice ministro è “con il nuovo codice degli appalti non serve neanche un formale progetto esecutivo”. Questo è un problema gigantesco. Infatti numerose risposte della Società Autostrade alle osservazioni pubbliche e alle integrazioni richieste dal Ministero dell’Ambiente non sono vere risposte ma rimandano al PROGETTO ESECUTIVO.
Quasi tutta la parte riguardante l’ AMBIENTE si chiude con la frase “verrà realizzato un piano di Monitoraggio Ambientale con prescrizioni per l’appaltatore inserite nel Capitolato Ambientale che è un documento proprio della fase di Progetto Esecutivo”. E quindi? Salta tutto?
La stessa situazione vale per le procedure operative che si intendono adottare finalizzate alla gestione (stoccaggio, movimentazione) di sostanze pericolose nei rivi: “nella FASE DI PROGETTAZIONE ESECUTIVA è prevista la redazione di un capitolato ambientale con le disposizioni operative per l'appaltatore”.
Per la Gestione delle materie e Piano di Utilizzo Terre e Rocce da scavo: “le posizioni poste all’interno delle aree di lavorazione e di cantiere saranno segnalate nel Piano di Gestione dei rifiuti, che sarà elaborato dall’Appaltatore secondo le disposizioni contenute nel Capitolato Ambientale elaborato che sarà sviluppato nel PROGETTO ESECUTIVO”.
Per il trasporto di materiale sulla viabilità di Rapallo: “IN FASE DI PROGETTAZIONE ESECUTIVA si prevederà che nell'area in questione l'eventuale afflusso di materiale proveniente da cave di prestito avvenga attraverso la viabilità autostradale”.
Per La fornitura d’acqua nelle frazioni rapallesi di Chignero e Sant’Andrea di Foggia: “Gli approfondimenti tecnico progettuali dell’intervento di miglioramento della fornitura idropotabile e della integrazione della rete idrografica saranno sviluppati negli elaborati del PROGETTO ESECUTIVO”.
Per la possibilità di moto sismico ad Arboccò: “nella fase di PROGETTAZIONE ESECUTIVA è prevista la stesura di una Relazione sulla “Valutazione delle vibrazioni indotte dallo scavo delle gallerie”.
Per alcune osservazioni geologiche: “per la fase di PROGETTAZIONE ESECUTIVA sono state previste ulteriori indagini conoscitive”oppure “in fase di PROGETTAZIONE ESECUTIVA sono previste indagini integrative finalizzate all'acquisizione di un grado di conoscenza maggiore nei riguardi della falda di progetto”.
Per i dati relativi alle piogge che attualmente sono basati sull’arco temporale 1961-1990, ed è a dir poco assurdo considerati i mutamenti climatici: “Nei FUTURI STEP PROGETTUALI verranno aggiornati i dati pluviometrici”.
Per la dovuta trasformazione dei boschi: “nel PROGETTO ESECUTIVO sarà stimata una somma economica per la compensazione della trasformazione dei boschi interferiti”.
E altro ancora.
Questa situazione è sconcertante.
Se non si redige il Progetto Esecutivo tutto questo dove finisce?
E, ancora una volta, come può la Commissione per la VIA esprimere un proprio parere non essendo a conoscenza di questi dati fondamentali, soprattutto quelli riguardanti proprio la parte ambientale? Senza un capitolato ambientale per la ditta appaltatore?
Non intendiamo fare polemica, chiediamo solo risposte, possibilmente serie ed ufficiali e non durante le cene natalizie.
E soprattutto vorremmo sapere se questo modo di agire è normale o non presenta palesi irregolarità.
E’ veramente possibile agire così?
Allora si potevano evitare osservazioni, integrazioni, contro deduzioni. Si diceva fin dall’inizio che era un progetto “blindato” e ogni cittadino traeva le proprie considerazioni".
La realtà quotidiana
"Mentre avviene tutto questo la realtà quotidiana ci propone ogni giorno avvenimenti che dovrebbero far riflettere con grande attenzione sull’opportunità di portare avanti questo progetto di infrastruttura che fra l’altro rischia di costare una cifra ben oltre il mezzo miliardo di euro.
La prima cosa è la constatazione continua, senza appello, dell’inadeguatezza della Società Autostrade. Non c’è tratto autostradale ligure che non sia martoriato da anni di chiusure, cantieri eterni, disagi che dovrebbero durare tre giorni e superano la settimana, eccetera. Di questo si è accorto anche il vice ministro Rixi e concordiamo con lui quando dichiara: “Dovremo concordare con Autostrade l’organizzazione del cantiere, nel senso che vorremo garanzie sull’adeguata disponibilità di personale”.
Molti rapallesi hanno visto situazioni decisamente assurde e pericolose in questi giorni e in queste notti con il casello chiuso per lavori. Tir incastrati nel sottopassaggi e nei balconi delle case, bloccati e non riuscire a tornare indietro, fare alcune curve sull’Aurelia in quattro-cinque manovre, addirittura in alcuni pezzi di strada tornando indietro in retromarcia per riuscire poi a impostare la curva. E questo in poche notti di chiusura.
Cosa potrà succedere quando verranno aperti i cantieri per la realizzazione del tunnel e all’uscita della Galleria Giovanni Maggio, venendo da Recco, ci sarà a sinistra la collina da far saltare con le mine per aprire il buco e poi proseguire nella realizzazione della galleria, e a destra il piazzale Caravaggio che al momento è l’unico cantiere di lavoro operativo. E poi l’inevitabile chiusura del viadotto fra la Galleria Maggio e la Galleria Casalino per costruire il mostruoso svincolo.
E si tratterà di anni, tanti anni, Società Autostrade dice sette, per come funzionano oggi le cose diremmo almeno una decina.
La città di Rapallo potrà sostenere tutto questo? Secondo noi no, sarà un disastro e lo pagheranno i cittadini e il tessuto economico commerciale. Giovanni Maggio è stato il primo sindaco di Rapallo nell’era repubblicana, il sindaco del dopoguerra, dal ‘45 al ‘50, della ricostruzione, dell’inno Rapallin. Forse è un indizio. Forse è il caso di svegliarsi, difendere l’entroterra rapallese, il nostro territorio, i nostri beni, quel poco di “verde vitale” che ci è rimasto, che può e deve essere strumento di crescita e sviluppo e non qualcosa che si può spazzare via come polvere e terra inutile".