Chiavari

Omicidio Nada Cella, verso l'udienza preliminare

Annalucia Cecere unica persona accusata di omicidio volontario. Emergono intanto nuovi particolari della dolorosa vicenda

Omicidio Nada Cella, verso l'udienza preliminare
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È stata fissata dal gip Angela Maria Nutini per giovedì 15 febbraio, l'udienza preliminare nei confronti di Annalucia Cecere, accusata di omicidio volontario nei confronti di Nada Cella, uccisa nel 1996.

Per la Procura (è stato il pm Gabriella Dotto a chiedere il processo al termine delle indagini) la giovane segretaria chiavarese venne uccisa dalla Cecere “per motivi di rancore e di gelosia verso la vittima”. Sentimenti provati “per via della posizione da lei occupata” all’interno dello studio del commercialista Marco Soracco in via Marsala a Chiavari, dove Nada lavorava.

Lo stesso commercialista e la madre, Marisa Bacchioni, difesi dall'avvocato Andrea Vernazza, sono accusati oggi di false informazioni al pubblico ministero e di favoreggiamento. La famiglia di Nada Cella e in particolare la mamma, Silvana Smaniotto, che hanno fatto riaprire il caso dopo 25 anni grazie alla collaborazione della criminologa Antonella Pesce Delfino, è invece difesa dall'avvocato Sabrina Franzone.

Intanto in queste ore stanno emergendo diversi particolari dalle carte.

Come il fatto che la Cecere, oggi difesa dai legali Giovanni Roffo e Gabriella Martini e ora residente a Boves (Cuneo), abbia cercato "in maniera ossessiva e pressante" sino pochi mesi fa  un ex fidanzato dell’epoca, Adelmo R., provando a spostare le date della loro relazione nel Tigullio e in particolare nel periodo in cui è avvenuto l’omicidio di Nada,  il 6 maggio 1996. La Cecere avrebbe voluto sostenere la teoria che all’epoca dell’omicidio non avesse nessun interesse per il commercialista Soracco e che fosse in pieno corso la relazione con l'ex fidanzato, quando in realtà era già cessata almeno dall’estate 1995.

Altro particolare, il fatto che la donna, come è emerso dalle intercettazioni, abbia parlato con lui dei famosi bottoni: all'epoca uno era stato ritrovato sulla scena del crimine, e 5 uguali scovati dalle forze dell'ordine in casa della Cecere, ma incredibilmente erano stati restituiti indietro in fretta e furia, e la posizione della donna nel caso archiviata.

Inoltre é emerso anche come la donna abbia chiesto ad una amica infermiera informazioni accurate sull'analisi del Dna.

Diversi gli elementi da chiarire, ancora una volta, per cercare di fare luce su quanto avvenuto.

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