Tunnel Fontanabuona, parla il Comitato del No
Parecchi dubbi sulla modifica del progetto di innesto tra l'A12 e la valle
Il Comitato rapallese no tunnel Fontanabuona interviene ancora una volta sull'opera dopo le ultime dichiarazioni. Lo fa con una lunga lettera, dove vengono espressi punto per punto dubbi e perplessità.
Le perplessità
Scrive il Comitato del No:
"Uuna variante alle “rampe” dello svincolo del tunnel per la fontanabuona in prossimità del casello di rapallo.
Questo il “coniglio tirato fuori dal cilindro” in questi giorni da parte di aspi (autostrade per l’italia).Un viadotto più piccolo che passa sotto l’attuale autostrada per, come hanno dichiarato, consentire un minore impatto visivo dell’opera. Una modifica di sostanza, dato che la parte che riguarda lo svincolo di Rapallo rappresenta il 60% delle opere “all’aperto” di questa infrastruttura.
La premessa è che al momento non entreremo nel merito della variante dell’opera, per ora abbastanza incomprensibile, che merita ben altra attenzione e consultazione con esperti del settore. Anche se, di base, un maggiore consumo di suolo prevede maggiore devastazione ambientale, un aumento di espropri e di conseguenza un numero più alto di persone che vedranno sconvolta la propria quotidianità.Restiamo, però, sbigottiti di fronte ai modi e ai tempi in cui si sono svolte le cose.
Siamo dell’idea che la modifica del progetto mentre è in corso l’istruttoria per la concessione della via (valutazione di impatto ambientale) sia un fatto alquanto strano. Ci piacerebbe sapere cosa stia valutando da mesi la commissione se poi modificano il progetto mentre loro non hanno ancora fornito un responso. Soprattutto se nelle “carte” a loro disposizione le dichiarazioni di Aspi sono l’esatto contrario di quello che viene detto oggi.infatti Aspi ha sempre negato problemi con “l’aspetto visivo delle rampe di svincolo”, tanto che nelle osservazioni e integrazioni che hanno accompagnato la consegna del progetto definitivo dell’innesto A12-Val Fontanabuona al ministero della tecnologia ambientale e alla commissione per la valutazione dell’impatto ambientale dell’opera, è stato scritto più volte (pagina 155 - consumo di territorio, pagina 157 - i viadotti e l’aspetto paesaggistico, pagina 216 -valle rio tangone) che dopo approfondimenti si evince come l’opera (ovvero le rampe di svincolo) nell’ambito di Rapallo sia perlopiù visibile dal centro urbano, lungo la direttrice già infra-strutturata, in asse con l’opera, di via santa Maria del Campo-via sant’Anna-via Mameli, mentre si rileva come dal restante contesto locale l’opera sia visibile da punti di vista quasi esclusivamente collinari boschivi e di fruizione poco agevole per via della vegetazione presente, coinvolgendo in misura estremamente ridotta e puntuale beni culturali censiti o la rete dei percorsi escursionistici.
Quindi per Aspi alla consegna dei documenti ufficiali alla commissione per la concessione della “via” non c’è nessun dubbio e nessun problema. Non esiste impatto visivo di svincoli, raccordi, curve elicoidali e piloni di sostegno. Le rampe di svincolo non disturbano per nulla e vanno bene così.
Poi, però, interviene la Soprintendenza e avviene la folgorazione che fa mutare totalmente il pensiero degli ingegneri di Aspi.
Ma quando avviene?
Perché i tempi in questo caso sono importanti.
Secondo la narrazione di Aspi, la variante sarebbe stata depositata come integrazione volontaria (quindi non richiesta?) a metà dicembre. Ovvero, stranamente, nell’unico modo per cui crediamo sia possibile presentare una modifica al progetto mentre è in corso l’istruttoria per la concessione della valutazione d’impatto ambientale.
Una procedura che, comunque, speriamo richieda ulteriori valutazioni e un nuovo iter di approvazioni per la modifica che è stata presentata, perché ci viene difficile pensare che passi così, come se fosse nulla, solo due righe sopra un disegno.Ma cosa c’è di “volontario” in questa integrazione se la modifica nasce da un parere negativo e da una richiesta da parte della Soprintendenza?
Situazione fra l’altro confermata dal consigliere regionale leghista Garibaldi che, alla presenza di Rixi, viceministro alle infrastrutture, durante una cena prenatalizia a Rapallo con gli esponenti del proprio partito, ha dichiarato:
“C'erano rilievi della Soprintendenza sull’elicoidale e quindi sulla struttura da dare alle rampe lato Rapallo. degli accorgimenti rispetto al progetto originale, che mi risulta l’ingegner Alberto Selleri, progettista di Autostrade, abbia già concordato”. Quindi affermando l’esistenza di problemi rilevati dalla Soprintendenza sulla struttura delle “rampe” lato Rapallo e aggiungendo che ci sarebbero stati degli accorgimenti rispetto al progetto originale, concordati fra la Soprintendenza e Aspi.Ma se c’è un accorgimento, quindi una modifica, rispetto al progetto definitivo e alle integrazioni consegnate da Aspi alla commissione per la “via”, concernenti una parte dell’opera che ha ricevuto parecchie “osservazioni” per il suo eccessivo impatto visivo, cosa ha valutato fino ad oggi la stessa commissione?
Una parte fondamentale di progetto che non esiste più perché è stata modificata per una richiesta della Soprintendenza che non è apparsa prima in nessuna osservazione e integrazione?
È un procedimento regolare?
È possibile che l’istruttoria per la concessione della “via” si sia aperta senza aspettare il parere definitivo della Soprintendenza su una parte del progetto che riguarda il 60% delle opere all’aperto?Come mai la richiesta della Soprintendenza riguardante le rampe di svincolo non appare in nessuna “osservazione” o “integrazione”, da nessuna parte, in nessuna riga, del materiale consegnato a fine giugno 2024 da aspi alla commissione tecnica per la concessione della “via”?
Mentre, per esempio, c’è il parere negativo e le successive modifiche riguardanti un mulino a Moconesi.Non siamo portati a pensare male, ma non è impossibile immaginare che Aspi, avendo consegnato il materiale nell’ultimo giorno possibile, dopo aver richiesto e ottenuto 120 giorni di proroga dei termini per la presentazione della documentazione integrativa e dichiarato che le modifiche al progetto definitivo sono state effettuate in base al recepimento delle osservazioni ricevute e delle integrazioni richieste, abbia posticipato le osservazioni della SOprintendenza riguardanti le “rampe” dello svincolo di Rapallo perché se avesse dovuto apportare subito le necessarie modifiche non sarebbe riuscita e consegnare il materiale nei termini previsti dalla legge.
Non crediamo a questo, però per quale motivo la Soprintendenza non avrebbe dovuto comunicare nei tempi previsti il proprio parere negativo ad aspi sull’aspetto visivo delle “rampe” di svincolo (tanto che Aspi afferma più volte che non rappresentano alcun problema) per poi intervenire successivamente, accordandosi con Aspi stesso per le modifiche quando la commissione tecnica della valutazione ambientale ha già aperto l’istruttoria?
Non ha senso, non riusciamo a capire.
perché invece di dare la facoltà alla commissione per la “via” di respingere il pessimo progetto al mittente, viene lanciata ad Aspi una scialuppa di salvataggio facendo modificare il medesimo progetto con l’istruttoria in corso?Ci viene molto difficile pensare che gli enti pubblici, commissione per la “via” e Soprintendenza, stiano lavorando di concerto con l’azienda privata aspi per portare avanti il progetto senza scossoni. sinceramente ci rifiutiamo di crederlo perché lo riterremmo un fatto grave. Così come non riusciamo a concepire come aspi possa modificare il progetto a proprio piacimento con l’istruttoria in corso e senza informare nessuno e come, alla fine, alla firma del ministro possa arrivare un progetto modificato fuori dai termini previsti, con la “nuova parte” dello svincolo che non è stata passata al vaglio da nessuno e alla quale i cittadini non possono apportare “osservazioni” o il ministero chiedere integrazioni.
Le nostre sono soltanto domande, richieste di spiegazioni che si possono riassumere in una sola frase: è normale tutto questo?
Senza considerare che come ha detto il viceministro Rixi: “Con il nuovo codice degli appalti non serve neanche un formale progetto esecutivo” e quindi il procedimento, per assurdo, potrebbe anche chiudersi qui.
Sarebbe un problema gigantesco.
numerose risposte di Aspi alle osservazioni pubbliche e alle integrazioni richieste dal ministero non sono vere e proprie risposte ma rimandano al progetto esecutivo.
quasi tutta la parte riguardante l’ ambiente si chiude con la frase: “Verrà realizzato un piano di monitoraggio ambientale con prescrizioni per l’appaltatore inserite nel capitolato ambientale che è un documento proprio della fase di progetto esecutivo”. E quindi? Salta tutto?
La stessa situazione vale per le procedure operative che si intendono adottare finalizzate allo stoccaggio e alla movimentazione di sostanze pericolose nei rivi, la gestione delle materie e il piano di utilizzo terre e rocce da scavo, il trasporto di materiale sulla viabilità di Rapallo, la fornitura d’acqua nelle frazioni rapallesi di Chignero e sant’Andrea di Foggia, la possibilità di moto sismico ad arboccò, alcune osservazioni geologiche, i dati relativi alle piogge che attualmente sono basati sull’arco temporale 1961-1990 ed è a dir poco assurdo considerati i mutamenti climatici, la dovuta compensazione della trasformazione dei boschi, e altro ancora.Se non si redige il progetto esecutivo tutto questo dove finisce? Chi lo valuta? E, tornando al punto principale, come può la commissione per la “via” esprimere un proprio parere non essendo a conoscenza di dati fondamentali, soprattutto quelli riguardanti la parte ambientale? senza l’esistenza di un capitolato ambientale per l’appaltatore?
Si può sapere cosa potrà mai valutare la commissione per la “via” in tutto questo trambusto?Può sembrare banale, ma le modifiche alle “rampe di svincolo” vicino al casello di rapallo confermano che noi del Comitato no tunnel abbiamo ragione a contestare il progetto scempio.
Questo ci fa arrabbiare ancora di più, perché le “rampe” dello svincolo sono soltanto la punta dell’iceberg di un progetto assurdo, vecchio, sorpassato, assolutamente inadeguato, ingiallito in fondo ad un cassetto da una dozzina d’anni, che si basa su dati lontani più di un decennio che non hanno alcun aggancio con il mondo di oggi.Però ci trasmette ancora maggiore forza nel difendere il nostro territorio, le nostre colline, l’ultima parte “verde” rimasta a Rapallo. Non può essere corretta l’impressione che abbiamo e cioè che noi, cittadini, veniamo considerati poco più che formiche fastidiose da cui liberarsi in fretta. Non è un bella sensazione".