Omicidio Nada Cella, solo sospetti su Annalucia Cecere
Emerse le motivazioni che hanno portato il giudice ad archiviare nuovamente il caso
44 pagine di motivazioni, nelle quali il giudice dell'udienza preliminare Angela Maria Nutini spiega la sentenza che ha fatto prosciogliere Annalucia Cecere, l'unica persona indagata per omicidio nei confronti di Nada Cella, uccisa a 24 anni nello studio dove lavorava il 6 maggio 1996 a Chiavari.
Gli elementi che non hanno convinto il giudice
Il fascicolo era stato riaperto nel 2021 dopo la rilettura dei vecchi atti da parte della criminologa Antonella Delfino Pesce e dell'avvocata della famiglia, Sabrina Franzone: l'inchiesta bis era stata affidata dalla pm Gabriella Dotto alla squadra mobile. Anni di ricerche e di analisi del caso, e poi il 1° marzo di quest'anno la decisione di prosciogliere l'unica indagata dell'omicidio, la Cecere. Ora, a quasi un mese di distanza, sono state consegnate agli interessati le motivazioni del giudice.
Diversi gli elementi che hanno portato il gip Nutini a prosciogliere la Cecere, l'ex insegnante accusata dell'omicidio della donna. Nei suoi confronti sono emersi solo sospetti, che non possono "portare a formulare una ragionevole previsione di condanna" e che renderebbero "inutile il dibattimento" visto il quadro probatorio per alcuni aspetti "contraddittorio e insufficiente".
Le testimonianze raccolte poi "presentano incongruenze: non sono stati in grado di ricordare i fatti con precisione né di offrire elementi nuovi e chiarificatori dimostrando di avere un ricordo non nitido, annebbiato dal decorso del tempo ma anche forse dal clamore mediatico della vicenda”.
Sulle prove del dna, “Tutte le indagini di carattere scientifico sono state effettuate senza restituire risultati utili ed anche la comparazione del Dna dell’imputata, alla quale l’imputata si è sottoposta volontariamente, ha avuto esito negativo”.
Smontato anche il movente, nessuna relazione della Cecere con Soracco e nessuna preparazione di carattere professionale per sostituire la Cella quale segretaria del commercialista.
Per il giudice, inoltre, sarebbero ravvisabili "anche ipotesi alternative di ricostruzione degli accadimenti, peraltro riconducibili ad un movente più solido rispetto a quelli effimeri e comunque non sufficientemente provati né suscettibili di ulteriore sviluppo".
Il ruolo di Soracco e della madre
Tra gli accusati, di favoreggiamento e false dichiarazioni, c'erano poi il datore di Nada, Marco Soracco e l'anziana madre Marisa Bacchioni, entrambi prosciolti, al quale il giudice ha dedicato un intero capitolo: "Emerge dagli atti con solare evidenza il tentativo del commercialista e della madre di depistaggio delle indagini, rendendo false dichiarazioni nel 1996 e nel 2021, ma si reputa che i due si siano limitati ad astenersi dal rendere dichiarazioni autoindizianti o a tutelare il prossimo congiunto".
“Secondo la stessa ricostruzione del pm - ha sottolineato il giudice - Soracco era sicuramente presente al momento dell’omicidio di Nada Cella. Gli orari, sopra ricostruiti, sembrano proprio confermare tale presenza, unitamente, parrebbe, a quella di una donna con voce non giovanile.
Inoltre, "Marisa Bacchioni, persona colta e tutt’altro che sprovveduta, alterava irrimediabilmente la scena del crimine e che qualcuno, verosimilmente Soracco, parimenti colto ed intelligente, metteva mano al computer di Nada Cella prima che venisse sottoposto ai doverosi accertamenti”.
“Dichiarazioni inveritiere” e “condotte quanto meno discutibili", ha sottolineato la Nutini che ha ricordato come Nada volesse lasciare quello studio: “Nonostante lo sforzo investigativo non si è giunti a provare se effettivamente vi fosse una situazione di illiceità nello studio del commercialista. Il sabato precedente all’omicidio si recava nello studio del commercialista ed, a detta della stessa madre di Soracco, portava via un floppy disk. Sicuramente il computer, per quanto emerso dagli accertamenti svolti sullo stesso, quella mattina veniva acceso e Nada veniva vista in loco anche dalla donna che aiutava la madre di Soracco nelle pulizie”.