Mangiante: «Non si vince e non si governa con le favole, Lavagna non è il paese di Cuccagna»
La dichiarazione del sindaco
Il sindaco Gian Alberto Mangiante ha emesso una serie di critiche nei confronti della coalizione Lapetina, delineando una visione della situazione politica locale in termini di mancanza di trasparenza e presunte responsabilità da parte dei suoi oppositori.
La dichiarazione di Mangiante
«Lette così alcune dichiarazioni della “singolare coalizione Lapetina”, assumono un aspetto particolare. Qui a Lavagna è più facile incontrare persone sincere, migliori, che possono guardarsi in faccia. E ascoltare ragionamenti più interessanti. Ragion per cui sono stato molto "paziente", prima di realizzare il fatto che questi sono giorni di reiterate singolarità per Lavagna. Ci sta l’inclinazione alla menzogna e la voglia che diventi verità e il desiderio di far dimenticare che chi oggi critica me ha precise responsabilità per: aver fatto fallire il Comune,
aver contribuito a fare debiti per oltre 16,8 milioni di euro (scaduti al 31 dicembre 2019), aver acceso 122 mutui per oltre 24,8 milioni per motivazioni anche inutili e futili, continuare a diffondere falsità sul Porto Turistico parlando senza conoscere leggi e
regolamenti, confezionare e far diffondere al povero ma consapevole candidato sindaco concetti e norme, per lui, medico, astruse e fasulle oltre che inesistenti. Quello che mi suona male è la sensazione di sicurezza, di tranquilla fiducia che li guida in questa cattiveria verso Lavagna: forse l’idea che i Lavagnesi non conoscano la favola di Pinocchio, che si e messo in viaggio in carovana con il circo di Mangiafuoco? …Funzionerà? Per ragioni di autocensura Collodi li fa funzionare. Ma chi oggi può dire in onestà di non nutrire
dubbi in proposito? - dichiara Mangiante, attuale primo cittadino e candidato sindaco di Lavagna - Chi vuole rischiare davvero di tornare ad un nuovo fallimento? Lavagna deve sapere chi ha davvero davanti a sé, perché non è il paese di Cuccagna, ma un paese dove poter vivere con dignità e nella legge. Lavagna vuole parole vere. E diverse da quelle del Gatto e della Volpe.
Il consiglio allo sprovveduto Pinocchio è di ponderare meglio ciò che gli viene propinato, perché forse una puntuale informazione su questi cinque anni potrebbe evitargli certe figuracce»