Porto di Lavagna, il candidato sindaco Lapetina: "Facciamo chiarezza"
"Il porto di Lavagna, fiore all'occhiello della Liguria, riflette i mali di una gestione comunale confusa e, talvolta, improvvisata"
Il candidato sindaco a Lavagna, Claudio Lapetina, interviene sul tema del Porto: "Facciamo chiarezza".
Le dichiarazioni del candidato Lapetina
"Il porto di Lavagna, fiore all'occhiello della Liguria, riflette i mali di una gestione comunale confusa e, talvolta, improvvisata. In aprile, si è tentato di far approvare in Regione il noto Project Financing per dar corso al bando europeo. Tuttavia, il tentativo si è scontrato con una realtà impietosa: la documentazione fornita era così carente e insufficiente che la Regione ha ritenuto impossibile procedere alla pubblicazione di un avviso di gara.
Si legge dalla risposta tecnica della Regione che nell’elenco degli elaborati figurerebbe una “Lettera di asseverazione del PEF” che in realtà non risulta tra i documenti trasmessi, si chiede poi una maggiore chiarezza sulla natura sul progetto di fattibilità presentato
Ma non è tutto: in merito agli elementi che il Comune ha inviato alla Regione per la compilazione del disciplinare di gara vengono richieste altre delucidazioni, tra cui la precisa esposizione debitoria del Comune nei confronti dell’attuale gestore che “pare di capire , l’aggiudicatario dovrà accollarsi e che, pertanto, deve essere chiaramente conosciuta dai concorrenti”; chiarire “ quali documenti debbano-possano essere presentati dai concorrenti”; “fornire gli eventuali dettagli circa le regole che i concorrenti debbano seguire per la presentazione delle proprie offerte”
E si continua, perché non vengono specificati i Criteri Ambientali Minimi da applicare, non viene specificato in che modo dovranno essere strutturate le offerte economiche, i requisiti di partecipazione o come sarà composto il gruppo di lavoro che dovrà occuparsi della progettazione
Tra i nove motivi principali di bocciatura indicati dalla Regione, quello forse più grave è quello dell'assenza di una chiara indicazione sull'entità della somma di cui avrebbe dovuto farsi carico l'aggiudicatario. Un errore che, da solo, sarebbe bastato a far naufragare l'intero progetto, mettendo in luce una procedura non solo nulla, ma mal concepita sin dall'inizio.
La vicenda del porto di Lavagna è un chiaro monito su quanto sia necessario un approccio più serio e rigoroso nella gestione della cosa pubblica.
A tutto ciò si aggiunge un altro enorme punto interrogativo con la lettera scritta dal sindaco uscente Mangiante al Comitato "Futuro del Porto" protocollata a fine maggio, in cui si legge chiaramente che i temi imprescindibili come la difesa del lavoro , il ricalcolo degli affitti, l’assegnazione di nuovi spazi in caso di demolizione o la continuità delle attività e dei servizi, non hanno risposte concrete, ferme e certe ma sono un insieme di “intenzioni” che seppur migliorative rimangono sempre e solo intenzioni che quindi in nessuna maniera possono essere identificate come dei punti fermi sui diritti delle aziende, dei lavoratori e della continuità dei servizi durante l’eventuale ristrutturazione del porto.
Mangiante aveva portato avanti la pratica in Regione senza comunicare nulla alla città, e solo i macroscopici errori commessi hanno evitato un progetto senza alcuna tutela per i lavoratori e le aziende, nonostante le rassicurazioni scritte fornite e che oggi appaiono a dir poco beffarde.
La mancanza di trasparenza e competenza ha portato a una situazione dove i rendering, presentati con tanto entusiasmo, si sono rivelati essere solo specchietti per allodole. Non esiste un reale progetto per la loro realizzazione né alcun piano finanziario.
Solo una gestione oculata può restituire dignità a una delle infrastrutture chiave di Lavagna e dei lavagnesi, restituendo il porto alla sua vocazione naturale di motore economico e sociale per la città e l’intero comprensorio"
Al seguente link e immagini la documentazione citata:
https://acrobat.adobe.com/id/urn:aaid:sc:EU:b1cde472-785b-42e6-86a3-c72b41ab0d2c