Salve le intercettazioni, no alla richiesta di Toti di retrodatare l’iscrizione nel registro degli indagati
Il giudice ha respinto spiegando che il procedimento è stato iscritto prima dell’entrata in vigore della riforma dell’ordinamento giudiziario e quindi non sarebbe applicabile
Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, agli arresti domiciliari per corruzione dal 7 maggio scorso, ha chiesto al giudice di anticipare la sua iscrizione nel registro degli indagati al 2020 o, in subordine, al massimo al 2021, invece che nel 2023.
Il giudice ha respinto spiegando che il procedimento è stato iscritto prima dell’entrata in vigore della riforma dell’ordinamento giudiziario e quindi non sarebbe applicabile
Il giudice, però, ha respinto l’istanza. L’atto tecnico, presentato tramite il suo avvocato in base alla riforma Cartabia, se fosse stato accolto avrebbe di fatto reso inutilizzabili tutte le intercettazioni più recenti. Ma il giudice ha respinto spiegando che il procedimento è stato iscritto prima dell’entrata in vigore della riforma dell’ordinamento giudiziario e quindi non sarebbe applicabile.