Rubavano Rolex con la tecnica dell'abbraccio, 30enne arrestata a Chiavari
Aveva compiuto il furto a Sestri Levante, con la complicità di altri due uomini
Nei giorni scorsi, è stata eseguita, all’esito di attività di indagine del Commissariato di Chiavari, una misura di custodia cautelare in carcere, emesse dal Tribunale di Genova, nei confronti di una 30enne rumena, ritenuta responsabile di un furto con destrezza eseguito con la “tecnica dell’abbraccio”.
Il furto ad agosto 2024
All’inizio di agosto un commerciante di Sestri Levante, mentre si trovava all’interno del suo negozio, era stato avvicinato dalla giovane che, dopo avergli chiesto di vedere della merce, gli aveva fatto delle avances avvicinandosi per abbracciarlo. L’uomo l’aveva respinta, ma non appena lei era uscita, si era accorto che gli aveva sfilato l’ orologio, un Rolex del valore di 8mila euro.
Appena appresa la notizia, gli agenti della squadra investigativa hanno ricostruito il fatto e, grazie all’acquisizione delle immagini della videosorveglianza dei Comuni di Sestri Levante e di Chiavari, hanno appreso che la donna, una volta scappata dal negozio, aveva raggiunto due uomini e, insieme, si erano allontanati a bordo della loro auto.
Il giorno successivo, su indicazione del Commissariato Chiavari, gli agenti del Commissariato di Ventimiglia hanno rintracciato l’auto, con a bordo solo i due uomini, un 20enne ed un 29 enne rumeni. A seguito di perquisizione, i due occupanti sono stati trovati in possesso di alcuni Rolex, tra i quali quello sottratto a Sestri, pertanto sono stati sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria per il reato di ricettazione e associati al carcere di San Remo.
Dopo il fermo si è giunti anche alla compiuta identificazione della presunta autrice materiale del furto, la Procura di Genova , così, visto che si tratta di un reato grave e visto i numerosi precedenti specifici della stessa, ha richiesto al G.I.P. l’emissione di una custodia cautelare in carcere.
La donna , il 14 ottobre scorso, è stata accompagnata presso il carcere di Trani dai Carabinieri di Acquaviva delle Fonti di Bari .
Rimane salva la presunzione d’innocenza dell’indagata sino a condanna definitiva.