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Calvari
"Le prospettive dell'Expo Fontanabuona e Valli del Levante"
"L'Expo non ha saputo ritrovare lo spirito che l’ha contraddistinta"
Ad Expo finito, i commenti sul futuro della manifestazione continuano.
Una lettera aperta inviata da Renato Lagomarsino
La lettera è stata indirizzata anche a Città Metropolitana di Genova, Camera di Commercio di Genova, Regione Liguria, Mare Consulting Events, Comune di San Colombano Certenoli e ai Comuni delle Valli del Levante
"La recente 40^ edizione di Expo Fontanabuona, svoltasi a Calvari nella prima settimana di ottobre, ha lasciato parecchio delusi. C’è chi l’ha definita "l’Expo delle iniziative collaterali”, ossia di quelle iniziative che ne dovrebbero essere, e lo sono sempre state, il necessario corredo. Pochi, infatti, e apparentemente raccogliticci gli stand espositivi, numerosi invece gli “eventi”, che avrebbero dovuto esserne il contorno anziché proposti come il principale motivo di attrazione.Salvata lo scorso anno in extremis dal sindaco Bucci e sostenuta quest’anno con l’intervento di parecchi Enti pubblici che hanno portato il badget a disposizione degli organizzatori a un livello di tutto rispetto (si parla di una cifra sugli 80 mila euro), l'Expo non ha saputo ritrovare lo spirito che l’ha contraddistinta in passato ed è mancata quella attrattività che faceva crescere il numero dei visitatori con larga soddisfazione degli espositori.Del tutto sbagliato è stato il periodo prescelto. La lunga esperienza del passato l’aveva collocata tra la fine di agosto la metà di settembre, quando ancora le giornate sono lunghe e mite la temperatura serale. In quel periodo potevano essere intercettati i turisti prossimi al rientro e i nuovi arrivati settembrini. E non vi erano ancora impegni e preoccupazioni di natura scolastica.Anche sulla durata c’è da fare un ripensamento. Non si dice di tornare ai nove giorni di una volta ma tre giorni sono davvero pochi se si considera l’onere richiesto dalle installazioni e l’impegno organizzativo.Altro aspetto da tenere in considerazione è la pubblicità. Persino le sagre di paese si avvalgono ancora di pagine pubblicitarie sui giornali accompagnate da manifesti e comunicati che danno informazioni e notizie con largo anticipo. Per l’Expo, striscioni pubblicitari venivano messi a Chiavari, a Genova e a Calvari in corrispondenza dei padiglioni espositivi. Ora, a parte la tradizionale conferenza stampa al Gran Caffè Defilla, si è optato per i social media, affidando a loro il compito di pubblicizzare l’evento.Ma l’aspetto fondamentale che ha distinto le ultime due edizioni dell’Expo dalle precedenti è la mancanza di continuità col passato. Praticamente è stato imposto un "nuovo modello” che è stato accolto più con senso di sudditanza che di condivisione. La mancanza di una presa di contatto col territorio, con le aziende che vi operano, con gli espositori di vecchia data non ha consentito di capire con quale spirito l’Expo veniva organizzata.Se si crede nella sua validità e vi sarà quindi una prossima edizione sarà il caso di affrontare l’argomento con largo anticipo, addirittura già adesso, a ferro ancora caldo. Un incontro dei rappresentanti dei Comuni del comprensorio potrebbe essere l’occasione per un esame franco e obiettivo di quel che è stato e da cui trarre proposte da avanzare alla Città Metropolitana, principale sostenitrice dell’Expo, e alla società organizzatrice.Sono osservazioni, considerazioni e proposte che vengono fatte con animo sereno da chi, nei lontani anni ’80, è stato l’ideatore di Expo Fontanabuona, ne ha curato personalmente le prime due edizioni e non ha mai mancato di dare, con iniziative soprattutto culturali, un significativo e del tutto gratuito apporto ad una manifestazione nata per valorizzare il territorio e le sue realtà economiche ed ambientali."- così Renato Lagomarsino