Università e molestie, Ghio (PD): “Il governo sostenga il progetto dello sportello antiviolenza"
La deputata e vicepresidente del Gruppo PD alla Camera che ha presentato con le colleghe Ferrari, Forattini e Manzi un’interrogazione alla Ministra delle Pari opportunità e alla Ministra dell’Università
La deputata e vicepresidente del Gruppo PD alla Camera Valentina Ghio, ha presentato con le colleghe Ferrari, Forattini e Manzi un’interrogazione alla Ministra delle Pari opportunità e alla Ministra dell’Università e sulla vicenda delle molestie all'Università di Genova: “Il governo sostenga il progetto dello sportello antiviolenza dopo l'episodio di molestie che ha interessato alcune studentesse dell’Università di Genova”.
Le dichiarazioni dell'On.Ghio
“Cosa vuol fare il governo rispetto all’episodio di molestie accaduto all'Università di Genova? Come intende intervenire rispetto a episodi di molestie in altri atenei? E pensa di sostenere il progetto, presentato dal Comitato Pari opportunità dell’Università, per l’attivazione di uno sportello antiviolenza nell’Ateneo?”.
“Nel nostro Paese è lunga la serie di violenze e prevaricazione ai danni delle donne, servono azioni per monitorare e contrastare il fenomeno anche negli ambienti universitari. A seguito dell’episodio di molestie, nell’Ateneo ci sono state mobilitazioni e confronti tra gli studenti che hanno evidenziato come il problema, come in altri contesti formativi e lavorativi, si inserisce in un contesto di prevaricazione e di giochi di potere. L’attivazione dello sportello, in forte collaborazione con i centri antiviolenza, sarebbe un segnale per non lasciare da sole le ragazze a gestire situazioni difficili in uno squilibrio di poteri e un progetto di aiuto concreto alle donne che subiscono molestie. Un punto di riferimento per fornire loro gli strumenti necessari per proteggersi, contrastare e denunciare con più forza questi fenomeni.
Inoltre, poiché non si tratta di una questione episodica ma strutturale in diversi atenei, ho chiesto al Governo di sostenere e avviare percorsi di educazione affettiva per gli studenti e di formazione operatori nelle Università italiane, recuperando un grave ritardo”, conclude Ghio.