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Il guru Bendinelli: "Le bugie hanno le gambe corte"

Il guru del Centro Anidra assolto in Cassazione si sfoga sui social

Il guru Bendinelli: "Le bugie hanno le gambe corte"
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"Le bugie hanno le gambe corte. Non basta ripetere una bugia per tre volte – tante quante sono state le tappe del mio percorso giudiziario – per trasformarla in verità". Così  ha commentato il guru del Centro Anidra di Stibiveri (Borzonasca), Paolo Bendinelli, la sentenza della Corte di Cassazione che lo ha assolto, affidando e parole ai social. Già venerdì, ancora prima della comunicazione ufficiale della sentenza, il santone ha rilasciato una dichiarazione pubblica:

" È stato un cammino lungo e doloroso - continua Bendinelli - ma oggi (venerdì 22 novembre, ndr) posso dirlo con serenità: anche la Corte di Cassazione ha confermato la mia assoluzione, riconoscendo l’infondatezza di ogni accusa, incluse le responsabilità civili.
Le falsità non diventano realtà, nemmeno quando si cerca di farle rimbalzare in ogni angolo di un processo mediatico crudele. La giustizia, anche con i suoi tempi lenti, ha dato la sua risposta: ero e sono innocente.

Questa vittoria non cancella i danni subiti – personali, familiari e professionali – ma rappresenta un monito per chi crede che distruggere la reputazione altrui sia un gioco senza conseguenze. Al Centro Anidra, un luogo nato per la crescita personale e l’armonia con la natura, continueremo a costruire ponti di autenticità e libertà.
Grazie a chi non ha mai smesso di credere in me e nella verità. Il resto lo lascio al passato, perché quello che conta è il futuro".

La Corte di Cassazione, ricordiamo, ha confermato l'assoluzione per Paolo Bendinelli,  e ha disposto l'annullamento della sentenza di secondo grado con rinvio per il  chirurgo Paolo Oneda.

 

"Con questa sentenza, che sono costretta ad accettare e nello stesso momento a subire, non solo hanno ucciso mia sorella ancora una volta, ma le hanno anche tolto ogni dignità e non posso che vergognarmi di essere italiana di fronte a una giustizia che ignora il dramma umano di chi ha subito manipolazione mentale, trattandolo come una questione di secondaria importanza. - ha commentato la sorella di Roberta Repetto, Rita Repetto, dopo la decisione della Corte di Cassazione -.

Noi abbiamo fatto tutto il possibile per portare alla luce quanto accaduto a Roberta, ma se la magistratura ritiene che simili condotte siano lecite, non possiamo fare altro che prendere atto di questa vergogna".

E oggi, martedì 26 novembre, aggiunge:

”Cara Bobby , il fatto non sussiste, ce l hanno detto di nuovo. Sei morta per colpa tua! Tu hai scelto di sopportare dolori atroci per due anni,tu hai scelto di farti operare da un medico piuttosto che un altro!

Tu hai scelto di fidarti dei loro consigli? È colpa tua, potevi dedicare la tua vita ad altro e invece hai scelto di stare con loro. E finalmente chi ha dovuto affrontare un processo può affermare di vedere la "FINE DI UN PERCORSO LUNGO E DOLOROSO", capisco, accuse ingiuste, dall omicidio volontario alla violenza sessuale, dai maltrattamenti alla circonvenzione di incapace.

Come si e' permessa una Procura di accusare ingiustamente queste persone? Come si sono permessi i Carabinieri del Nucleo Investigativo addirittura di arrestarli?
Come si è permesso un giudice di primo grado di condannare queste persone per omicidio colposo a 3 anni e 4 mesi? Troppo!!! per fortuna la Cassazione l' ha capito, finalmente questo calvario è finito, possono riprendere la loro vita di sempre.
Quindi la colpa Bobby è solo tua.

Per la magistratura, volutamente con la m minuscola, per il Paese in cui vivo e del quale mi vergogno, Italia, anno domini 2024”.

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