Morto in porto a Genova Prà, in Procura le lettere anonime su una presunta lite
Giovanni Battista Macciò viveva a Missano, frazione di Castiglione Chiavarese
L'incidente avvenuto il 18 dicembre scorso al terminal Psa di Genova Prà e costato la vita a Giovanni Battista Macciò, 52enne che viveva con la famiglia a Missano, frazione di Castiglione Chiavarese, sarebbe la conseguenza di una lite fra lavoratori portuali avvenuta poco prima. Lo riporta l'Ansa.
Giovanni Battista Macciò viveva a Missano, frazione di Castiglione Chiavarese
Lo afferma una lettera anonima arrivata in procura nei giorni scorsi. Gli investigatori però non hanno trovato alcun riscontro su dissapori tra l'investitore Patrizio Randazzo e l'altro collega presente e rimasto ferito quella notte. Nella missiva l'anonimo afferma che Randazzo avrebbe indirizzato la ralla di proposito contro il mezzo fermo e che Macciò sarebbe stata una vittima "involontaria". L'anonimo descrive poi Randazzo come una persona violenta che avrebbe già in passato aggredito altri colleghi. Anche il ferito aveva confermato in procura che non c'era stata alcuna lite con Randazzo.
Ma dalle testimonianze raccolte dagli investigatori non sarebbe emerso nessun riscontro
Oltre al camallo sono indagate altre sei persone, tra cui il console della Culmv Antonio Benvenuti e vertici e membri del Psa. Per il primo potrebbero esserci profili di omessi controlli sui propri dipendenti mentre per gli altri si potrebbe profilare una omissione dei controlli sullo svolgimento delle manovre nei piazzali del terminal.