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Soracco alla trasmissione Far West: "Cecere era un'amica pressante"

Nella puntata Rai andata in onda ieri, nuove dichiarazioni del commercialista stridono con quanto affermato sinora

Soracco alla trasmissione Far West: "Cecere era un'amica pressante"
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"Delle rivelazioni che potrebbero cambiare il processo": così si è aperto il servizio ieri, venerdì 7 febbraio, all'interno della trasmissione televisiva Rai "Far West" andata in onda su Rai3 e condotta da Salvo Sottile. A poche ore dalla prima udienza del processo, avvenuta giovedì 6 febbraio in Tribunale a Genova, emergono nuove dichiarazioni.

La trasmissione inizialmente ha ripercorso tutta la storia di Nada Cella, uccisa a soli 24 anni, il  massacro avvenuto quel maledetto 6 maggio 1996 a Chiavari in via Marsala, all'interno dell'ufficio del commercialista Marco Soracco, i soccorsi, le sviste delle indagini, il famoso bottone trovato sulla scena del delitto, le telefonate, la figura di Annalucia Cecere archiviata dopo pochi giorni e poi la fuga in Piemonte, a Boves (Cuneo), la figura della criminologa Antonella Delfino decisiva nel riaprire un caso che si pensava ormai irrisolto, i testimoni e le telefonate.

E poi si arriva alla breve intervista con Marco Soracco, il commercialista titolare nello studio in cui Nada venne uccisa nel maggio 1996: oggi l'uomo ,che con la madre Marisa Bacchioni è accusato di favoreggiamento e false dichiarazioni al pm, aveva sempre sostenuto che con Annalucia Cecere, l'unica attualmente accusata dell'omicidio della donna, aveva una conoscenza superficiale, dovuta ad un paio di incontri insieme ad altre persone.

"Annalucia Cecere era un’amica, era pressante, telefonava in studio per confidarsi con me".

Ai microfoni il commercialista riconosce dunque di aver avuto con l’attuale imputata di omicidio, Annalucia Cecere, un rapporto di amicizia, definendola “un’amica".

Nell'intervista Soracco inaspettatamente conferma poidi aver riconosciuto la voce roca di Cecere in una intercettazione del 1996, in cui la presunta colpevole, a poco meno di un mese dall’omicidio, lo chiama presso il studio, contestandogli di non essere “mai stata innamorata di lui” aggiungendo un tombale “tu a me non piaci”.

Poi, il commercialista, incalzato dalle domande della giornalista Chiara Ingrosso, spiega anche che Cecere sarebbe stata "pressante", poiché nel 1996 – prima del delitto- ci sarebbero state diverse telefonate presso l’ufficio in cui l’imputata avrebbe chiamato per “lamentarsi con lui del fidanzato”. Un’insistenza tale, al punto di essere costretto a “chiedere a Nada di non passare più le telefonate”».

Affermazioni che stridono fortemente con quanto sempre dichiarato dal commercialista, ovvero che con Cecere ci fosse solo una mera conoscenza superficiale, avendola incontrata in un paio di occasioni in pubblico. La settimana prossima alla ripresa del processo si vedrà se queste dichiarazioni complicheranno la posizione del commercialista accusato, insieme all’anziana madre Marisa Bacchioni, di aver coperto la presunta assassina in tutti questi anni.

Nada Cella
Commenti
Laura

Può essere che in questi anni non abbia pensato che la donna potesse essere l'omicida. La telefonata in cui lei gli dice che lui non le interessa, non è una novità, ne avevano già parlato. Lei pensava o sapeva di essere intercettata. La colpevole deve pagare, in particolare,dopo aver valutato tutti gli indizi che ci sono e che sono stati ricostruiti in modo professionale. Soracco non ha avuto fortuna ad essere oggetto delle mire di questa persona, ovvio che avesse chiesto di non passare le telefonate. Spero la madre della ragazza possa vedere giustizia, dopo tante indagini svolte male volutamente o meno.

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