Lutto

Addio a Stefano Croce, pilastro della pesca a mosca

La FIMA piange la perdita di un amico e maestro che ha formato generazioni di appassionati e campioni

Addio a Stefano Croce, pilastro della pesca a mosca
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Un improvviso malore ha spento la vita di Stefano Croce, maestro della pesca a mosca e figura fondamentale per il Gruppo Mosca FIMA. All’età di 65 anni, Croce si è spento nella sua casa di Casarza Ligure, lasciando un vuoto profondo in tutta la comunità di appassionati della pesca. Con oltre 40 anni di esperienza, Stefano ha insegnato a pescare e a comprendere la bellezza della pesca a mosca a innumerevoli allievi, molti dei quali hanno poi conquistato titoli nazionali e mondiali.

La sua carriera si è intrecciata indissolubilmente con la FIMA, di cui è stato un pilastro sin dalla nascita del Gruppo di Specialità nel 1973. Non solo un atleta, ma un vero e proprio insegnante, Stefano ha guidato decine di corsi, trasmettendo la sua passione e competenza con una semplicità unica, capace di rendere accessibile anche agli allievi più inesperti i complessi segreti della pesca a mosca.

Una vita dedicata alla didattica

Durante i corsi, Croce non si limitava a teorie complesse; bastava un pennarello e una lavagnetta per spiegare in modo chiaro e coinvolgente i concetti base della pesca, dalle tecniche di lancio alla costruzione degli artificiali. La sua filosofia era semplice: semplificare senza mai rinunciare alla qualità e alla profondità dei contenuti. Questo approccio ha fatto sì che i suoi allievi, anche i più giovani, fossero pronti ad affrontare con successo le acque di fiumi come l’Aveto e lo Sturla, utilizzando le competenze acquisite nei suoi corsi.

Stefano era anche un appassionato costruttore di artificiali, amava utilizzare materiali naturali come peli e piume, alla vecchia scuola inglese, e riusciva a trasmettere la sua maestria anche ai meno esperti, riuscendo a creare mosche perfette con una facilità che lasciava senza parole.

Un fulmine a ciel sereno

La notizia della sua morte ha sconvolto la FIMA, che in pochi mesi ha dovuto fare i conti con la perdita di sei soci, tra cui alcuni dei suoi più grandi campioni. “Era un fulmine a ciel sereno”, commentano gli amici e i colleghi. Stefano aveva da poco raggiunto la pensione e si era dedicato con rinnovata passione alla pesca, alla caccia e alla didattica. Il 28 febbraio scorso, era stato visto sorridente nell’incubatoio di Mezzanego, impegnato nella cura degli avannotti, entusiasta di poter contribuire alla gestione dell’incubatoio insieme ad altri volontari FIMA.

Solo il giorno prima, il 1 marzo, era stato al negozio di pesca di Lavagna, cercando il materiale per i suoi finali a nodi e discutendo con il proprietario Albini sulla tecnica di lancio TLT, dimostrando ancora una volta la sua volontà di imparare e crescere, anche a 65 anni.

L’ultimo saluto

Martedì 4 marzo, alle ore 15, la comunità FIMA si riunirà presso la Chiesa di San Michele Arcangelo a Casarza Ligure per dare l’ultimo saluto a Stefano Croce. La sua salma sarà poi cremata a Staglieno, a Genova. Lascia la moglie Daniela, i figli Martina e Federico, la sorella Lucia con i nipoti Giacomo, Gianluca e Matteo. Il direttivo FIMA e l’intero Gruppo Mosca FIMA esprimono le più sentite condoglianze alla famiglia e si stringono nel dolore per la perdita di un grande uomo e maestro.

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