Camogli ricorda il sacrificio di Maria Avegno e l’abnegazione della sorella Caterina
Nel 1855, facendo la spola con il loro gozzo, salvarono 270 ufficiali e 37 militari dell’armata sarda

Giovedì 24 aprile l’Amministrazione comunale di Camogli per ricordare Maria e Caterina Avegno, che nel 1855 facendo la spola con il loro gozzo salvarono 270 ufficiali e 37 militari dell’armata sarda imbarcati sul piroscafo inglese inabissato nelle acque del borgo, deporrà una corona d’alloro sulla targa di marmo affissa sul muro della “Casa della Piazzetta”, accanto alla chiesa e all’abbazia di San Fruttuoso.
Il ricordo
Sono passati 170 anni e la storia delle sorelle Avegno, Maria e Caterina, legata al naufragio del Croesus nella baia di San Fruttuoso, è sempre viva nel cuore dei camogliesi.
La storia delle sorelle Avegno
Il 24 aprile 1855 Maria Avegno, 8 figli (l’ultimo lo stava ancora allattando), aveva remato fino allo stremo per portare a riva i militari a bordo del Croesus dove era divampato un furioso incendio ma alcuni di loro, in preda al terrore, saltarono tutti insieme sul suo gozzo che si capovolse. Maria morirà dopo essere stata trascinata sul fondo dai movimenti frenetici dei militari che si aggrappavano a lei cercando di salvarsi; Caterina, sfinita, raggiungerà a fatica la spiaggia.
La storia delle sorelle Avegno viene raccontata dal property manager dell’abbazia del Fai, Alessandro Capretti, durante le visite guidate, nel sepolcreto della famiglia Doria, dove riposa Maria, un onore riservato unicamente a lei tra tutti gli abitanti di San Fruttuoso. Accanto alla sua tomba c’è un frammento del relitto del Croesus.
La targa commemorativa
La prima targa commemorativa in onore di Maria e di Caterina fu distrutta dall’alluvione del 25 settembre 1915 insieme alla lapide che ricordava il gesto eroico delle sorelle. Una nuova targa fu, poi, collocata sulla facciata della “Casa della Piazzetta”, prospiciente la chiesa, dove si trova tutt’ora e dove l’amministrazione guidata da Giovanni Anelli poserà una corona.
Le autorità di Camogli conferirono onorificenze alla memoria di Maria Avegno e si impegnarono a sostenere gli orfani. Il governo del Regno di Sardegna, nel giugno 1855, deliberò di concederle la medaglia d’oro al Valor civile (prima donna italiana a riceverla) e un vitalizio ai figli. La regina Vittoria le assegnò la Victoria Cross, il massimo riconoscimento militare britannico. Il console inglese Brown consegnò 10 sterline a Caterina e 50 alla famiglia di Maria.
Al museo marinaro Gio Bono Ferrari è conservato il sestante del capitano Hall, comandante del Croesus, tutto annerito dal fuoco, e, all’ingresso, su una lastra di marmo, è inciso un breve passo del libro “Il marinaio italiano”, di Daniele Morchio, che invita i naviganti di passaggio a rivolgere «un pensiero alla nascosta calanca di San Fruttuoso» e a «mormorare in una preghiera il nome di Maria Avegno».
In caso di condizioni meteomarine avverse e, quindi, nell’impossibilità di raggiungere San Fruttuoso, l’Amministrazione deporrà la corona d’alloro sul belvedere panoramico di via Garibaldi, la “rotonda” intitolata alle sorelle Avegno.