Vendita azioni Iren Acqua Tigullio, Orecchia contro la Giunta Messuti
"La Giunta smentisce sé stessa. Rischi per i servizi pubblici e possibili profili di illegittimità”

Consigliere Comunale di Chiavari del gruppo consiliare "Chiavari con Te!" Nicola Orecchia interviene sulla posizione dell'Amministrazione rispetto alla vendita delle azioni Iren Acqua Tigullio: "La Giunta smentisce sé stessa. Rischi per i servizi pubblici e possibili profili di illegittimità”.
La posizione del consigliere Orecchia
"Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale del 3 luglio, il Sindaco Federico Messuti ha ammesso che il Comune di Chiavari sta ancora valutando la vendita della propria partecipazione in Iren Acqua Tigullio S.p.A., società mista pubblico-privata che gestisce i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione, in attesa di verificare se l’offerta economica sia vantaggiosa.
Una dichiarazione che contraddice quanto affermato pubblicamente dallo stesso Primo Cittadino, che sui mass media locali aveva dichiarato di essere “fermamente contrario” alla dismissione delle azioni.
Questa nuova posizione rappresenta un cambio di rotta grave e preoccupante, soprattutto perché in contrasto con quanto deciso dal Consiglio Comunale il 19 dicembre 2024. Allora si era deliberato – su proposta della stessa Maggioranza – di mantenere la partecipazione in Iren Acqua Tigullio, riconoscendone l’importanza strategica per la collettività ed il valore irrinunciabile del controllo pubblico sul servizio idrico integrato. Ma non è tutto.
Secondo l’avvocato, a cui la Giunta ha chiesto un parere in merito, la vendita dell’intera quota azionaria del Comune (pari al 20%) sarebbe in contrasto con lo statuto ancora vigente della società, che all’art. 5 prevede espressamente che “il Comune di Chiavari non può possedere una partecipazione inferiore al quinto del capitale sociale”.
Un principio rafforzato dall’art. 1, comma 3, del D.P.R. 533/1996, che obbliga a riservare all’ente pubblico una quota minima del 20%.
Per giunta, secondo il legale, la cessione totale delle azioni potrebbe compromettere la validità stessa della convenzione in essere dal 1999, con cui Iren gestisce il servizio sul territorio e che il Sindaco ha dichiarato di voler difendere. In tal caso, il Comune andrebbe a perdere l’assegnazione gratuita di 600.000 metri cubi d’acqua all’anno e Iren verrebbe liberata dall’obbligo di occuparsi della manutenzione delle reti meteoriche.
A tutto questo si aggiungerebbe la rinuncia per il Comune alla nomina di due membri del Consiglio di Amministrazione e uno del Collegio Sindacale, strumenti essenziali di controllo pubblico su un servizio di primaria importanza.
E infine, si andrebbero a perdere anche dividendi importanti che la partecipazione azionaria ha garantito ai comuni soci fino al 2023: tra i 350.000 e i 600.000 euro all’anno (di cui il 20% spettanti a Chiavari). Singolarmente, però, nel 2024 al Comune sono stati assegnati appena 30.000 euro, una drastica riduzione in merito alla quale ho già presentato un’istanza di accesso agli atti per verificarne le ragioni.
Tutto lascia pensare che la Giunta stia valutando la vendita delle azioni esclusivamente per incassare liquidità, senza tenere conto delle conseguenze cruciali per la collettività. Ma se questo è il criterio, allora viene da chiedersi: venderanno anche Palazzo Bianco? Del resto, anche quello ha un alto valore immobiliare.
Svendere un presidio pubblico strategico, come la partecipazione in Iren Acqua Tigullio, significa privare Chiavari dell’ultima voce su di un bene comune fondamentale per le persone: l’acqua.
In spregio all’esito referendario del 12 e 13 giugno 2011, quando 26 milioni di cittadini italiani sancirono che l’acqua doveva rimanere pubblica e non diventare una fonte di profitto".