Emilio Cervini: «Le indagini sui rifiuti? Merito mio»

Emilio Cervini: «Le indagini sui rifiuti? Merito mio»
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«Le indagini da parte della Guardia di Finanza, per conto della Procura di Genova, in merito alla passata gestione comunale della nettezza urbana e del Porto turistico di Chiavari, sono scaturite da miei esposti». Emilio Cervini, ex consigliere comunale di minoranza del gruppo “Libertà è partecipazione” si prende il merito delle denunce e fa un excursus cronologico sulle due vicende.

L'ex consigliere Emilio Cervini riepiloga le sue denunce

«Per il porto ho dovuto necessariamente rivolgermi alla magistratura e alla Guardia di Finanza nelle quali ripongo la massima fiducia e dalle quali attendo fiducioso il pronunciamento – afferma Cervini – per quanto riguarda la gestione della nettezza urbana tutto ha inizio nell’ottobre 2014 con l’esposto in merito al “caso alghe” che, per le cifre richiamate, circa 355.000 euro, e le modalità di assegnazione non era certo una pratica di poco conto da liquidare in due battute tanto da dare l’avvio ad un procedimento penale con alcuni dirigenti e funzionari comunali indagati. La parte politica ha sempre cercato di minimizzare, ma l’allora assessore alla nettezza urbana Sandro Garibaldi – sostiene Cervini – era a conoscenza di tutto il procedimento come attestano alcuni documenti amministrativi. Sempre in merito alla gestione della nettezza urbana ho presentato nel giugno 2015 un altro esposto in merito alle modalità seguite per l’appalto che da 5.440.000 euro, mese di gennaio, appalto poi annullato, è stato assegnato sempre agli stessi operatori nel mese di ottobre alla cifra lievitata a 8.360.000 euro. Ho successivamente presentato degli esposti circa le violazioni di norme in materia di gestione dei rifiuti presso la ex cava di Bacezza accertate dai carabinieri del Noe di Genova. Infine – conclude l’ex consigliere comunale di minoranza – ho avuto modo di denunciare, molto prima che il Comune di Chiavari se ne accorgesse, il conferimento non autorizzato dei rifiuti da parte del Comune di Borzonasca sempre presso la ex Cava di Bacezza. Certamente anche in questo caso non si è trattato delle solite strumentalizzazioni dell’opposizione, ma della necessità di operare in nome della legalità e della trasparenza».

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