Caso Anidra
Il commento della sorella di Roberta Repetto, Rita, a commento della decisione
“Ancora un’assoluzione. L’ennesima. Oggi, per la magistratura italiana, mia sorella avrebbe liberamente scelto di donare tutto il suo patrimonio alla realtà da lei frequentata per 12 anni.Io auguro con tutto il cuore a giudici, magistrati e chiunque altro di non dover mai vivere ciò che ha vissuto e subito mia sorella e, di conseguenza, noi familiari. Perché noi non ci siamo sentiti tutelati, né ci sentiamo tutelati dalla legge.E mentre la giustizia volta le spalle, io provo solo vergogna di vivere in questo Paese.”
La vicenda
Roberta aveva 40 anni, era un’agente immobiliare e insegnante di yoga, una persona ricca di interessi e vitalità.
Nel 2018 la chiavarese era stata operata per togliere un neo su un tavolo da cucina del Centro Anidra di Borzonasca, senza anestesia né esami né terapia post operatoria. Nei mesi successivi erano comparsi i primi malesseri, sempre più forti: erano le prime metastasi, ma erano state sempre sottovalutate.
Dopo un anno e mezzo Roberta era stata ricoverata, in condizioni disperate, prima a Lavagna e poi a Genova, all’ospedale San Martino per una gravissima forma di melanoma, ormai in metastasi: morì stroncata dalle metastasi del melanoma il 9 ottobre 2020.