cultura

Santa in Giallo, il festival pensa già al 2026

Fizzarotti, Nosella e Delpino al lavoro per una seconda edizione più ampia: territorio coinvolto, nuove sezioni, grandi ospiti e un programma sempre più diffuso in città

Santa in Giallo,  il festival pensa già al 2026

“Siamo già al lavoro per Santa in Giallo 2026, perché l’entusiasmo generato dalla prima edizione non si è affievolito nemmeno per un minuto”. A parlare sono Paolo Fizzarotti, Stella Nosella e Marco Delpino, e cioè gli inventori e organizzatori di Santa in Giallo 2025.

La parola d’ordine è crescere

I numeri del 2025 hanno dimostrato che il festival è già una realtà solida: 332 opere iscritte al concorso, 56 case editrici coinvolte, oltre 400 studenti nelle attività Junior, 38 ospiti nazionali e regionali, più di 70 uscite stampa tra carta, web, radio e tv, 6 hotel partner impegnati nell’ospitalità, 20 attività commerciali con vetrine a tema, 15 giorni di anteprima, tre giornate di festival in sette location e una macchina organizzativa con 17 persone di staff, affiancate da 25 lettori della giuria popolare e 25 delle giurie tecniche. Un insieme impressionante che ha trasformato Santa Margherita Ligure in una vera “città del giallo”, con un ritorno immediato in termini culturali, turistici ed economici.

«Siamo felicissimi dei risultati ottenuti – spiega il direttore artistico Paolo Fizzarotti – perché confermano che il modello funziona: è un festival popolare, inclusivo, capace di mettere insieme autori, scuole, famiglie, associazioni e attività economiche». Ma la parola d’ordine ora è crescere. «Per il 2026 vogliamo allargare il coinvolgimento del territorio. Speriamo in un coinvolgimento maggiore da parte della categoria dei ristoratori: perché nel giallo la cucina è un elemento narrativo fondamentale e nella vita reale rappresenta una colonna dell’economia cittadina».

Anche il direttore organizzativo Marco Delpino guarda avanti con decisione:

«Il risultato è andato oltre ogni aspettativa, ma per fare il salto successivo serviranno nuove risorse. Vogliamo ospitare big ancora più big e siamo già in contatto con nomi italiani di caratura internazionale».

Nel frattempo, la direttrice artistica Junior, Stella Nosella, prepara un’espansione significativa della sezione ragazzi:

«Nel 2026 il programma Junior sarà molto più articolato e coinvolgerà in modo ancora più ampio scuole elementari, medie e superiori. I ragazzi hanno risposto in massa e vogliamo farli diventare un pilastro del festival».

Il cantiere delle idee è già attivo. In programma ci sono estemporanee di pittura diffuse per la città, gare di cucina legate al tema del giallo, il coinvolgimento diretto delle società sportive locali, una grande gara fotografica con pubblicazione delle immagini migliori e una nuova sezione dedicata ai graphic novel, in collaborazione con iniziative liguri legate al fumetto. Si lavora anche a uno spettacolo teatrale con il Festival dell’Eccellenza al Femminile, mentre il regista Davide Livermore ha già confermato la sua presenza per la prossima edizione.

L’appello

Il bilancio della prima edizione ha mostrato anche un altro dato fondamentale: la capacità del festival di attivare energie diverse. Le 1200 ore di lavoro dello staff, distribuite in poco più di dodici mesi, hanno generato un indotto immediato fatto di presenze, pernottamenti, collaborazioni e nuove reti culturali. Le sette location utilizzate hanno portato pubblico in zone diverse della città, mentre il fuori-festival di 15 giorni ha creato un’abitudine: vedere contenuti culturali ovunque, dal cinema al castello, dallo Spazio Aperto ai giardini. Tutto questo rappresenta la base da cui ripartire per un’edizione 2026 ancora più estesa, riconoscibile e capace di coinvolgere cittadini, scuole, associazioni e operatori culturali. Una sfida ambiziosa, che lo staff affronta con la convinzione che Santa in Giallo non sia solo un festival, ma un progetto identitario destinato a crescere negli anni.

Già ora parte anche l’appello ai nuovi sostenitori.

«Il concorso principale resterà sempre “Santa in Giallo – Amaro Fabbrizii” – chiarisce Fizzarotti – ma tutto il resto è aperto: estemporanee di pittura, gare di cucina, concorsi fotografici, sezione graphic novel, persino lo spettacolo teatrale possono portare il nome di chi deciderà di crederci». Un passaggio che Delpino rilancia con decisione: «Chiediamo il sostegno non solo degli sponsor locali ma anche di realtà regionali e nazionali. Ogni nuova iniziativa può diventare un progetto condiviso: noi mettiamo la macchina organizzativa, loro mettono la firma e la spinta per farla crescere».

Una crescita che passa anche dalla costruzione di nuove collaborazioni regionali e nazionali, con l’obiettivo di portare a Santa Margherita un pubblico sempre più vasto e fidelizzato.