Lavoro in Liguria: dominano gli over 50. L’opinione degli head hunter

Lavoro in Liguria: dominano gli over 50. L’opinione degli head hunter

L’Osservatorio regionale del mercato del lavoro, presentato alcuni giorni fa nella Sala della Trasparenza della Regione, ha tratteggiato i contorni di una Liguria in crescita, pur presentando anche alcune criticità. Sono da sottolineare sia l’aumento del dato relativo all’occupazione, sia la riduzione di quello relativo alla disoccupazione, seppure a fronte di un incremento della quota degli inattivi.

L’Osservatorio si sofferma poi sulla crescita del lavoro part-time, che acquista popolarità soprattutto tra le donne; le quali, sottolinea lo studio, continuano a essere meno presenti nel mondo del lavoro rispetto agli uomini, nonostante dei livelli di istruzione mediamente maggiori.

È stato però un altro dato a catturare gran parte dell’attenzione: il mercato ligure è ormai dominato da lavoratori d’età compresa tra 50 e 64 anni, con oltre 250 mila unità. Visto l’inverno demografico registrato in Italia negli ultimi anni, è possibile guardare al dato della Liguria come a un’anteprima di quello che succederà al mercato del lavoro nazionale nei prossimi anni. Non è quindi un caso se di recente, facendo riferimento alla situazione regionale, il Centro Studi di Confindustria Genova abbia parlato di “glaciazione demografica”, a sottolineare gli impatti a lungo termine della trasformazione in corso.

In questo quadro di squilibrio generazionale sarà sempre più comune per le imprese assumere personale over 50, così come sarà più frequente la ricerca di un nuovo lavoro da parte di chi ha già superato i 50 anni. Fino a non molto tempo fa nessuna di queste ipotesi veniva vista positivamente; come precisato dagli esperti della società di head hunting Adami & Associati, oggi esistono in realtà diversi vantaggi per l’azienda che sceglie di inserire nel proprio team dei 50enni.

Si parla ovviamente del prezioso bagaglio esperienziale che può portare con sé chi ha lavorato per diversi decenni nel settore, e che ha quindi già affrontato i più diversi problemi relativi al business quotidiano; gli head hunter citano poi la capacità di coordinare il lavoro e di leadership, la maggiore stabilità, nonché la possibilità di affiancare dei mentori alle figure junior. Non si può inoltre trascurare la presenza, dal 2012, di un incentivo strutturale per agevolare l’inserimento di disoccupati ultracinquantenni, che prevede una riduzione del 50% dei contributi a carico del datore di lavoro per 18 mesi (nel caso di contratto a tempo indeterminato) o di 12 mesi (nel caso di determinato).

E se le imprese possono avere importanti benefici nel selezionare lavoratori over 50, le figure “senior” che tornano sul mercato hanno diverse frecce al proprio arco per rendere più rapido il ritorno al lavoro. Come spiegano gli head hunter di Adami & Associati «il primo fondamentale passaggio è aggiornare le proprie competenze, colmando eventuali gap tecnologici o rinfrescando per esempio la propria conoscenza di una lingua straniera». Successivamente è bene assicurarsi di presentare alle aziende delle candidature di valore «lavorando quindi sull’ottimizzazione del curriculum vitae, ma anche sulle tecniche per affrontare in modo efficace i colloqui di lavoro». Può inoltre essere molto utile, sottolineano i cacciatori di teste, curare e rivedere la propria immagine online, a partire dal proprio profilo LinkedIn.

«L’errore di molte persone è quello di dare troppo peso alla propria età» spiegano gli head hunter di Adami & Associati «senza pensare che al giorno d’oggi è assolutamente normale cercare nuove opportunità di lavoro dopo i 50 anni: i dati liguri aggiornati lo dimostrano ancora una volta». Un atteggiamento pessimista, chiosano gli esperti di selezione del personale, si può ripercuotere negativamente sulla ricerca di un nuovo lavoro: molto meglio invece essere pronti a dimostrare alle aziende i vantaggi di inserire una figura con una lunga esperienza.