Lavoro

Fermo pesca, sindacati e Coldiretti in allarme: “Così i lavoratori restano senza reddito””

"Proteggere il mare significa anche non abbandonare chi garantisce la continuità della pesca ligure"

Fermo pesca, sindacati e Coldiretti in allarme: “Così i lavoratori restano senza reddito””

Fa discutere la proposta di regolamento della Commissione Europea sulle possibilità di pesca per il 2026: l’intervento di Coldiretti Liguria e dei sindacati Flai Cgil Fai Cisl Uila Pesca battono all’unisono sulla necessità di tutela i posti di lavoro, oltre che il mare.

Fermo pesca

La posizione di Coldiretti Liguria

“Coldiretti Liguria esprime la più ferma contrarietà alla proposta di Regolamento della Commissione Europea sulle possibilità di pesca per il 2026 nel Mediterraneo. Un provvedimento che rappresenta un ulteriore attacco a un settore che, già duramente colpito dalle restrizioni, chiusure e sacrifici imposti dalla politica comunitaria negli ultimi anni, rischia ora di affrontare nuove, insostenibili difficoltà.”

La dichiarazione di Daniela Borriello, responsabile di Coldiretti Pesca Liguria

 “Le misure previste per il 2026 sono insostenibili e penalizzano in modo particolare le aree costiere liguri, dove la pesca ha un ruolo fondamentale non solo a livello economico, ma anche sociale e culturale. La proposta di una riduzione del 64% dello sforzo di pesca a strascico e del 25% per i palangari è irrealistica. In una regione che ha già subito forti restrizioni e chiusure di aree di pesca, queste nuove misure potrebbero portare alla chiusura definitiva di numerose attività e minare seriamente la disponibilità di pesce fresco per i consumatori locali.”

La dichiarazione del presidente Coldiretti Liguria Boeri e del delegato confederale Rivarossa

 

Il Mar Ligure è altamente regolamentato e la Liguria si è già conformata alle normative ambientali e di sostenibilità, investendo in tecnologie più moderne e pratiche di pesca responsabile. Queste ulteriori misure rischiano di segnare la fine di centinaia di imprese locali, danneggiando anche la qualità del pesce fresco che ogni giorno arriva sulle tavole dei consumatori italiani.”

Coldiretti Liguria denuncia, ancora una volta, la distanza di Bruxelles dalla realtà operativa delle marinerie italiane e liguri, e ribadisce che la sostenibilità non può essere perseguita a discapito dell’equilibrio economico e sociale delle comunità costiere.

Conclude Daniela Borriello:

“Chiediamo con urgenza al Governo italiano di portare al prossimo Consiglio Agrifish tutte le incongruenze di queste proposte e di richiedere una revisione radicale delle misure, che vanno riscritte e riequilibrate per garantire un futuro sostenibile per la pesca e per le nostre comunità costiere.”

La posizione dei sindacati Flai Cgil Fai Cisl Uila Pesca

“Il fermo pesca previsto per i mesi di ottobre e novembre 2025 è una misura necessaria per tutelare il mare e garantire la sostenibilità della risorsa. Come per tutte le marinerie italiane, anche in quelle liguri di Genova, Imperia, Savona e La Spezia, molte lavoratrici e molti lavoratori, in seguito a questo provvedimento, si trovano senza un reddito durante il periodo di fermo obbligatorio.”- così i sindacati

“Per Flai Cgil Fai Cisl Uila Pesca è inaccettabile che uno strumento indispensabile per proteggere l’ambiente marino si traduca in settimane di reddito zero per chi vive di pesca.

Serve una risposta immediata. Adeguate tutele economiche per i lavoratori non ci sono: la situazione è drammatica anche nel nostro territorio considerando che deve essere ancora percepito l’importo spettante per il fermo dell’ottobre 2024. ”

“Le somme previste oggi non coprono nemmeno le necessità essenziali dei lavoratori. È necessario garantire sostegni economici reali, proporzionati alla perdita di giornate di lavoro e alla difficile situazione del settore ligure.
Occorrono indennità dignitose e tempestive per tutti i lavoratori coinvolti dal fermo, estensione della CISOA (cassa integrazione speciale) alla pesca marittima, apertura di un tavolo urgente tra Regione Liguria, Ministeri competenti e sindacati, misure concrete a sostegno delle marinerie liguri e riconoscimento e tutela dei lavoratori a terra, parte fondamentale della filiera.”

Tutta la pesca nazionale e quella ligure vanno tutelate: mare e lavoro insieme. La salvaguardia dell’ambiente marino è un valore condiviso da chi lavora sul mare ogni giorno. Ma proteggere il mare significa anche non abbandonare chi garantisce la continuità della pesca ligure. Servono strumenti chiari, equi e strutturali, per difendere reddito, professionalità e futuro delle comunità costiere.”- concludono