Barriere architettoniche, approvata la mozione
Si va verso l’adozione di un piano comunale condiviso per eliminare i numerosi ostacoli in città
Il consiglio comunale ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal gruppo di minoranza “Centrosinistra per Recco” in merito all’adozione di un piano comunale per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
La soddisfazione di “Centrosinistra per Recco”: «Questo progetto può diventare uno strumento indispensabile per rendere Recco a misura di tutti»
«Siamo molto soddisfatti - affermano Marcello Napoli e Veronica Raiola, consiglieri della sopracitata compagine -. Questo piano può diventare uno strumento indispensabile per rendere la nostra città a misura di tutti, programmando seriamente gli interventi necessari, e sono tanti, in modo da canalizzare in maniera efficace i soldi disponibili, da disposizioni normative o da partecipazione a bandi. L'adozione del progetto, peraltro, sarebbe obbligatorio, secondo la legge numero 41 del 1986, integrata dalla legge 104/02, che imponeva a tutti i Comuni italiani di adottare il piano entro un anno garantendo la piena accessibilità a edifici pubblici e spazi urbani. Dopo trent’anni il 90 per cento dei Comuni italiani non ha ancora attuato questa legge. In Liguria, su 235 Comuni, solo quattro hanno approvato il piano: Genova, Imperia, Triora e Savignone».
Nel Comune di Genova dal 2011 è in funzione l’Ufficio Accessibilità, un presidio di garanzia per l’accesso e la mobilità delle persone diversamente abili. L’ufficio pianifica, progetta e finanzia, previo censimento e analisi, le soluzioni più adeguate per l’abbattimento delle barriere architettoniche. «Le buone pratiche ci sono, basta prendere esempio - dicono Napoli e Raiola -. Adesso, dopo questo primo importante passo, bisogna andare avanti. Sarà necessario agire con tempestività soprattutto in vista dell’elaborazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale. È importante istituire da subito un gruppo di lavoro con tutti i possibili portatori di interesse, a partire dalla Consulta per l’handicap che si è mostrata entusiasta dell’iniziativa, in modo da definire una lista di priorità di intervento per garantire il diritto delle persone con disabilità a muoversi liberamente. Molti cittadini potrebbero mettere a disposizione le proprie competenze: ciò potrebbe veramente rappresentare un bel “percorso partecipato” capace di creare una vera “cultura dell’accessibilità”».