Da Leivi per valorizzare il genovese
L'impegno di Acquarone e Solari
Due proposte di leggi regionali di iniziativa popolare sulla «Tutela del patrimonio linguistico ligure» e l’ «Adozione della ‘Croce di San Giorgio’ come bandiera della Regione Liguria».
Due proposte per valorizzare il genovese
A presentarle alla Regione Liguria l’associazione «Che l’Inse!» il cui presidente è Andrea Acquarone.
Il 14 settembre le leggi sono state dichiarate ammissibili dall’Ufficio di Presidenza della Regione Liguria. Ora si devono raccogliere 5mila firme e servono 10 delibere di altrettanti consigli comunali. «La legge si occupa della tutela e della valorizzazione del patrimonio linguistico storico ligure – spiega Acquarone – . Non essendo l’istruzione una competenza regionale – almeno per ora – al tema dell’insegnamento del ligure nelle scuole non è posto particolare accento; anzi. La legge prevede più che altro di delegare il tema in questione a persone competenti, che vadano oltre l’improvvisazione e il pressapochismo che hanno contraddistinto in questi anni le rare iniziative regionali». Acquarone pone l’accento sulle spese al momento affrontate dalla Regione: «spende quasi quanto prevede la nostra proposta di legge, senza alcun risultato tangibile in quanto a promozione, tutela e valorizzazione del patrimonio linguistico«.
L'interesse per il genovese
In Liguria da qualche anno c’è un interesse nuovo rispetto al tema della lingua storica oroginale: «è quindi possibile pensare a una serie di politiche specifiche, che possono crescere nel tempo se la cittadinanza mostra di apprezzare. Il tutto nel rispetto del quadro normativo dello stato italiano – aggiunge –. Va ricordato che in genovese hanno parlato tutte le istituzioni politiche dello stato fino alla sua caduta definitiva nel 1814; la sua diffusione internazionale è continuata anche dopo quella data; in genovese esiste una letteratura nazionale autonoma che va dal XIII secolo ai giorni nostri, toccando punti di un certo valore».
Per quanto concerne la bandiera il presidente dell’associazione «Che l’Inse!» spiega: «O è una cosa inutile, e allora le togliamo tutte; oppure, se ha ancora senso di esistere, non c’è ragione perché la Liguria, dove per almeno sette secoli ha sventolato il San Giorgio (e in certe zone anche per più tempo), rinunci al suo vessillo storico per una mal compresa velleità di non scontentare nessuno. Non è un simbolo solo genovese. Anche oggi giorno sventola, o lo si vede rappresentato, sul territorio. La legge vuole semplicemente rimettere le cose al loro logico posto».
Andreina Solari
Sul territorio la rappresentante dell’associazione è il consigliere leivese Andreina Solari: «Proporrò la questione al consiglio leivese, dove spero che vada a buon fine. Inoltre mi occuperò della raccolta firme nel comune di Leivi e di coinvolgere anche le altre amministrazioni del territorio. Ci impegniamo in questo progetto perché i liguri erano un popolo di navigatori e hanno parlato questa lingua in tutto il mondo: in ogni porto si veniva capiti se si parlava genovese. Vederlo sparire è come perdere il proprio passato. E tanto vale anche per la Croce di San Giorgio simbolo del nostro territorio in tutto il mondo».