Il Comitato contro il depuratore al Lido risponde ai sindaci
«Sì al depuratore, o ai depuratori, ma non al Lido»: per il Comitato sarebbe pericoloso, antiecologico ed antieconomico
In un lungo, dettagliato e partecipato comunicato stampa, che riportiamo nella sua interezza, il Comitato contro il depuratore al Lido di Chiavari replica alle dichiarazioni dei sindaci della Fontanabuona.
La nota del Comitato: «Ok al depuratore, ma non lì: sarebbe scelta sbagliata e di comodo»
Come rappresentanti del Comitato contro la costruzione del depuratore al Lido di Chiavari restiamo per l’ennesima volta basiti leggendo sul Secolo superficiali esternazioni sul depuratore : questa è la volta dei sindaci di val Fontanabuona.
«C’è già un progetto in uno stato abbastanza avanzato ed è quello per il depuratore comprensoriale al Lido – dice il sindaco di Lumarzo, Guido Guelfo, eletto nell’organismo genovese in quota al centrodestra – Non credo che, in questa fase, si possa tornare indietro da una decisione già ratificata».
Elio Cuneo, usa comunque parole molto simili: «La soluzione del Lido era stata proposta dal Comune di Chiavari – riflette – e comunque si dovrebbe modificare una decisione già votata dalla conferenza dei sindaci della Città metropolitana: strada che vedo difficilmente percorribile».
«Allo stato attuale l’ipotesi non si può valutare – dice il sindaco di Moconesi, Gabriele Trossarello – Ci vogliono delle cifre, per dire che la soluzione alternativa non costi di più, e ci vuole un sito che vada bene al Comune ospitante»
Noi cerchiamo da sempre di argomentare scevri da ogni schieramento partitico e non dobbiamo fare o rendere favori a nessuno. Rispondiamo al pensiero del sindaco Guelfo e a tutti coloro che come lui, dietro di lui o al suo fianco, continuano a perorare pervicacemente una scelta sbagliata e di comodo, con alcune domande del prof. Franco Marco Elter, membro fondamentale del nostro comitato:
«Esiste è vero un progetto di massima... ma non esiste la Valutazione di Impatto Ambientale... ma attenzione non quella che potrebbe essere stata fatta ai tempi della presentazione del progetto ma quella RICHIESTA DALLA ISTITUZIONE DELLA ZONA ZSC NELL'APRILE DEL 2017... inoltre conoscono la storia della Torre di Pisa? cioè (non me ne si voglia se faccio un paragone assurdo), ma una struttura di cemento che agisce su un substrato limoso-sabbioso ha delle conseguenze che possono incidere sia sulla struttura stessa che sulle strutture esistenti limitrofe... sono pertanto presenti modelli strutturali che prendano in considerazione tali casistiche o prevedano eventuali modelli di comportamento/adattamento delle strutture? Inoltre si conosce che il vero corso dell'Entella è stato deviato nell'attuale sito (si anche martoriato con la costruzione di due porti) dal suo corso che arrivava naturalmente più o meno davanti ala bocciofila?... e si conosce che la foce Entella è zona rossa? (e se poi si continua a costruire nelle aree golenali...beh è chiaro che chi paga è sempre chi è a valle). Per avere dati basterebbero due stese geoelettriche per capire la natura del substrato e il suo spessore... un volo lidar che permetta di individuare eventuali aree alternative... un VIA fatta secondo le norme richieste dalla zona ZSC (mi dispiace cari sindaci, ma tale zona arriva fino al Ponte di u settembrin)... e non è un VIA come molti imprenditori presentano dove vengono fatte solo le analisi delle polveri (strano la centralina è da tutta altra parte a Chiavari) o l'analisi di un coleottero che poco serve... un VIA ZSC comprende un monitoraggio di una quantità di bioindicatori molto vasta... (il nostro Direttore di dipartimento Prof. Mariotti è uno grande esperto) se poi vogliamo essere più corretti anche istituire sta maledetta rete di idrometri a laser da Gattorna Conscenti alla foce (più o meno come quella istituita sul Fiume Serchio)... Il prof. Nardi (consigliere Ministro ambiente aveva suggerito tale idea e presentata a Lavagna)... allora mi permetto cari amministratori, prima di assumere posizioni così perentorie domandatevi se è stato fatto proprio tutto come richiesto dalle vigenti leggi? E tale analisi sono state condotte da enti pubblici super partes? Si sono fatti queste domande?»
«E per i duri di comprendonio ecco l’ esempio della torre di Pisa: Lo splendido monumento (non se ne abbiano a male i livornesi) poggia su dei terreni limoso argillosi (depositi del fiume Arno). Quando I geniali architetti del tempo arrivarono al terzo piano si accorsero che la Torre pendeva da una parte; tale distorsione era dovuta al peso che il manufatto provocava sui sottostanti sedimenti. Purtroppo la loro genialità si è risolta cercando di correggere la stortura (passatemi il termine) aumentando la lunghezza delle colonne dalla parte inclinata... ops avevano aumentato ancora di più il peso con il conseguente incremento della pendenza. Bene la storia continua perché la piana di Pisa limitrofa era costellata da miriadi di pozzi artesiani... l'uso dell’acqua per irrigazione ha fatto abbassare la falda sotterranea e la torre ha aumentato la sua inclinazione. Poi essendoci anche un aeroporto il continuo passare ed atterrare di aerei produceva vibrazioni: morale della favola il Grande Prof Livio Trevisan padre della geologia italiana fu categorico stop pozzi stop aerei e insiemi agli ingegneri della facoltà di Pisa decisero di mettere contrappesi dalla parte opposta oltre ad imbragarla... e la torre si e salvata, ma ci sono voluti soldi e anni».
L’ing. Luca Ricci, altro pilastro del comitato, suggerisce:
«…confortato da parere di colleghi esperti segnerei un punto a favore di una VAS (Valutazione Ambientale Strategica) piuttosto che di una semplice VIA, dato il numero di amministrazioni coinvolte e i costi economici e sociali di una simile opera».
Per quel che riguarda le perplessità del sindaco Elio Cuneo teniamo a precisare che: è assodato che ad offrire il Lido fu, non si sa bene da chi o da cosa folgorato sulla via di Carasco, l’ex sindaco Roberto Levaggi, e lo fece senza interpellare la popolazione o l’opposizione, trovando poi contrari anche alcuni della sua maggioranza. Fu, a suo dire, una mossa da esperto stratega per scongiurare il depuratore comprensoriale in colmata, destinata da tempo a sviluppi più nobili. Il tentativo di spacciare, con ostinata ottusità, la nascita di un mega-monumento alla depurazione delle acque sporche come RIQUALIFICAZIONE o AMBIENTALIZZAZIONE della zona monumentale del Lido come dell’oasi faunistica protetta Entella, è stata un imperdonabile offesa alla nostra sensibilità e intelligenza. Aveva contraddetto se stesso spiazzando tutti, per cui il tentativo di lavaggio del cervello ai cittadini, pur coadiuvato dal suo parterre di fedelissimi, ebbe i risvolti che tutti conosciamo: una sonora bocciatura della presuntuosa “meglio Chiavari” alle elezioni.
Questa è ormai storia, ma è giusto ricordare per evitare malintesi e per comprendere meglio in che stato di “euforia pre-elettorale” siano state prese univoche decisioni.
Per inciso: i cittadini che hanno sperato l’offerta del Lido come sito per il depuratore sia stato un’astuto calcio alla palla nelle ortiche per prendere tempo, vorrebbero oggi vedere nei fatti una opposizione collaborativa sulla soluzione di questo problema e meno litigiosa su futili motivi. Contiamo sulla determinazione, la coerenza e sull'esperienza della nuova giunta con la corale partecipazioni di tutte le associazioni, comitati e movimenti di buon senso, per trovare ogni appiglio legale ed eventuali vizi di forma utili ad evitare il folle progetto. È necessaria una saggia e ponderata retromarcia, una soluzione legale e politica, trovando alternative meno impattanti sotto tutti i punti di vista.
Ricordiamo che approfondite quanto poco onerose indagini geologiche (Lidar/geoelettrica) potrebbero, se gestite dal Comune con l'Università di Genova, produrre argomentazioni più che utili a dimostrare le chiare difficoltà se non l'impossibilità di portare a buon fine il sinistro disegno.
Noi del comitato, come già affermato in presenza dei vertici Ireti e dei rappresentanti della passata giunta, siamo irremovibili, determinati ad affiancare al meglio ogni forza contraria al progetto. Non basterebbe certo il risarcimento per una possibile vittoria della causa collettiva milionaria che certamente istruiremo se colpiti negli affetti e negli interessi a restituire a Chiavari la magia di un fiume, di una spiaggia e di un sito così già troppo bistrattati. Con questo nostro ennesimo sforzo si vuole far vedere i finti ciechi e far sentire i falsi sordi, ma pare impresa più ostica che con quelli veri anche se abbiamo da sempre usato paragoni e argomenti comprensibili da un bambino solo attento e dotato di logica elementare.
Siamo proprietari di appartamenti vista Lido che comunque si svaluterebbero e potrebbero rischiare, viste le caratteristiche idrogeologiche, in stabilità, ma pretendiamo anche rispetto per un’oasi faunistica, per i giardini (verde sempre più rari a Chiavari), per uno stabilimento, il Lido, vincolato alle belle arti, per il niet della maggioranza dei cittadini "urlato" con i voti. Restiamo del parere che, per interessi di pochi, si stia ancora spingendo verso un salto nel buio, con rischi enormi non solo economici: operare su un terreno così fragile e particolare è folle vicino alla ferrovia incombente
Aggiungiamo un fattore psicologico di non secondaria importanza: provate a immaginare le vasche di un mega-depuratore trasparenti come l’acquario di Genova; frequentereste volentieri una zona e una spiaggia potenzialmente di pregio con una presenza così incombente, anche se mascherata da muri in cemento armato o praticelli all’inglese, ma con un camino che giorno e notte per 365 giorni all’anno emetterebbe fumi?
E per ultimo temiamo i possibili risvolti gestionali nel cedere uno spazio ora di proprietà del Comune di Chiavari per un utilizzo di vari comuni. i sindaci che oggi si tentano di smarcare così goffamente, una volta co-proprietari di un servizio posto in quello spazio, quali diritti potrebbero accampare sul terreno diventato ad uso comune? Vediamo come si stanno comportando le Ferrovie: si è concesso, non sappiamo ancora quando e da chi, uno spazio centrale per lavori e ora stanno inquinando aria e quiete con rumori, polvere e operazioni tutte da verificare
Chiediamo si producano al più presto dati scientifici inoppugnabili a dimostrazione dell'impossibilità oggettiva di appoggiare una cassaforte pesantissima su della sabbia bagnata con la pretesa che stia in asse. Chiediamo di non spendere cifre iperboliche per costruire una bomba ad orologeria posta su terreno non idoneo ed esposta alla forza del mare e di un fiume la cui foce è tappata da una collina di sabbia e che potrebbe un domani compromettere forse tutto il golfo, sicuramente la città di Chiavari. Non c’è sfogo in mare, ma un tappo. Un nubifragio potrebbe trasformare i fiume in stagno esondante.
Continuiamo ad agire tutti compatti contro una decisione sciagurata.
In sintesi estrema:
Giusto il depuratore, anche due, tre, quattro se servirà.
Giusto che Iren o chi per lei faccia il suo lavoro e ci appelliamo all’intelligenza del dott. Massimiliano Bianco e del suo staff per valutare le alternative sul tavolo.
Errato creare un unico pozzo di san Patrizio dissanguando le casse e le tasche dei cittadini con un’opera giusta in un sito non idoneo per mille motivi con tutti i rischi previsti e prevedibili.
Al sindaco Trossarello ricordiamo un detto popolare sempre valido: “Chi più spende meno spende”.
Mai ci si dovesse trovare a spendere di più per soluzioni davvero utili e sicure, in quanto quel che l’uomo prende la Natura se lo riprende.
Ad maiora
Comitato contro la realizzazione del depuratore al Lido