Conti di Lavagna, la difesa chiede l'assoluzione per Sanguineti

Chiesta l'assoluzione con formula piena anche per l'allora vice Luigi Barbieri

Conti di Lavagna, la difesa chiede l'assoluzione per Sanguineti
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Non solo l'allora sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti non avrebbe favorito la 'Ndrangheta, ma addirittura quelle stesse intercettazioni che hanno contribuito a metterlo sotto accusa lo scagionerebbero: questa l'interpretazione data dalla difesa al processo sui "Conti di Lavagna", riportata nel dettaglio dal Secolo XIX di oggi.

Conti di Lavagna, la difesa chiede assoluzione piena per Sanguineti e Barbieri

Secondo l'avvocato della difesa Daniele Maggi, infatti, le frasi intercettate in realtà negherebbero un coinvolgimento diretto di Sanguineti, per lo meno un patto ed uno scambio di voti, con la famiglia Nucera. A dimostrarlo, secondo il legale, anche proprio il fatto che alla richiesta di Paolo Nucera di mettere un suo uomo, Massimo Talerico, all'assessorato competente ai rifiuti non seguì tale nomina ma Sanguineti scelse diversamente. Egualmente, lo spostamento di ruoli e compiti nell'ufficio ambiente organizzato dal vice di Sanguineti, Luigi Barbieri, anch'egli sotto accusa per abuso d'ufficio, secondo la difesa non sarebbe stato guidato dall'intenzione di favorire sempre i Nucera. Per Sanguineti l'accusa aveva chiesto 4 anni e 6 mesi di reclusione, per Barbieri 2 anni e 4 mesi. Il processo riprenderà intanto la settimana prossima, quando mercoledì in aula sarà il turno dei legali difensori proprio di Massimo Talerico.

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