Rapallo, una città in ostaggio dei cantieri
Le due principali opere pubbliche in corso sono ormai note per l’assenza di maestranze al lavoro

"La città sarà pronta per Pasqua, data entro cui chiuderemo l’80% dei cantieri".
Era questo l’impegno assunto nel mese di marzo dal sindaco Carlo Bagnasco. Un impegno parzialmente rispettato, non fosse per il fatto che le opere ancora da ultimare sono quelle che riflettono le conseguenze più pesanti sull’intera città.
Il punto
Prima su tutti, la realizzazione della soletta sul torrente San Francesco dove ormai, da diverse settimane, scorgere un operaio al lavoro sembra diventata un’impresa impossibile. Perché questa inattività e questo ritardo sempre più inaccettabile? La voce che circola insistentemente è quella di difficoltà economiche da parte della ditta che sta eseguendo i lavori. Difficoltà economiche che si erano già palesate in precedenza, quando il Comune era dovuto intervenire anticipando le risorse finanziarie necessarie al pagamento del trasporto delle travi che compongono la nuova soletta. Ora, ad un occhio profano, sembrerebbe che il cantiere possa finalmente intravedere la luce, così come la riapertura della strada alla circolazione veicolare. Riapertura che, ancora a Pasqua, l’amministrazione aveva ipotizzato di poter ottenere nell’arco di una quindicina di giorni. Inutile dire che la previsione non è stata rispettata, ma nel frattempo le settimane corrono, le scuole si avviano a conclusione, e con esse l’arrivo di turisti e villeggianti si fa sempre più vicino. Quanto ancora si dovrà aspettare? E quanto la vacanza di un assessorato ai lavori pubblici, in attesa che venga nominata la nuova giunta, potrà incidere sui ritardi?
Tra i cantieri che tengono in ostaggio la città, impossibile non citare quello di piazza Molfino. Anche qui, la presenza di maestranze al lavoro è sempre più ridotta al lumicino, al pari dei progressi che sembrano non arrivare mai. La più grande variazione osservabile è la riapertura al transito del corridoio che conduce al parcheggio moto del primo binario e all’ingresso dell’ex ospedale cittadino. Non è vero, c’è di più. E non è certo un dato positivo: salvo due corridoi laterali, l’intera piazza è ora schermata da barriere. Un muro di lamiera che rappresenta il biglietto da visita della città per chi arriva in treno. Un male necessario, si dirà. Certo, ma quanto a lungo dovrà ancora durare? E così, l’interrogativo che si pongono i cittadini e le attività commerciali che gravitano intorno alla stazione ferroviaria cittadina non può che essere: "riusciranno a concludere i lavori entro l’estate?".