Aqua dopo le recenti notizie apparse sui giornali, precisa: “In merito alle notizie apparse in rete in questi ultimi giorni a tutela della bontà del nostro lavoro e dei nostri clienti intendiamo precisare che:
Non è stato sequestrato nessun capannone.
In effetti i pochi materiali contestati sono stati rinvenuti all’interno dell’area tecnica che la società ha in subconcessione sulla banchina del porto di Lavagna.
Gli accertatori hanno isolato quindi sulla banchina del porto circa 150 metri quadrati su una superficie totale di cinquecento metri quadrati.
Il capannone della società di complessivi 1.000 mq non è minimamente interessato dal provvedimento.
Facciamo presente che l’area tecnica per sua natura deve restare aperta ed accessibile anche ai terzi e anche nelle ore notturne, e che la società ha più volte rilevato intrusioni e subito piccoli furti.
Comunque detta area non ha alcun contatto con la filiera di produzione e confezionamento del nostro prodotto
L’amianto non è presente in nessuna attrezzatura utilizzata per l’allevamento, siano esse gabbie reti cime o boe e tantomeno è presente in qualunque lavorazione del ciclo produttivo
Il materiale rinvenuto, come da considerazioni degli stessi ispettori riportate dalla stampa, consiste in materiale di risulta di ristrutturazioni edilizie, in sostanza di tubi anticamente utilizzati per le gronde e per la costruzione di vasche di contenimento dell’acqua un tempo presenti su molti dei nostri tetti.
Non esistono al mondo vasche per acquacoltura in mare aperto costruite in amianto.
Tutto il nostro ciclo produttivo è sotto il costante controllo interno e degli organi preposti di ASL e Capitaneria con i quali è instaurata una proficua collaborazione”.