Cance: “Quella volta che con Diodato abbiamo fatto le tre a Portobello”

La cantautrice lavagnese contenta per la vittoria dell’amico al Festival di Sanremo

Cance: “Quella volta che con Diodato abbiamo fatto le tre a Portobello”

Ottimo risultato per Cance al premio “Musica contro le mafie”, dove si è classificata terza nella graduatoria generale e prima tra gli under 35, con il suo brano “Conosci?”.

Musica

La cantautrice lavagnese Giulia Cancedda è andata a Sanremo durante il Festival della canzone a ritirare il premio.

“Questa esperienza mi ha ricaricata di energie positive – afferma Cance – chi come me fa questo mestiere in Italia sa quanto sia difficile, spesso, raccogliere i frutti del proprio lavoro. I sacrifici sono tanti e a volte vorresti mollare tutto, quando arrivano queste gratificazioni, però, capisci l’importanza del perseverare e soprattutto del non perdere mai la speranza nel vedere un giorno realizzati i propri sogni, perché alla fine sono quelli che ci tengono vivi. Una delle cose più belle – prosegue Cance – è stato percepire l’emozione nei volti delle persone che mi hanno sempre appoggiata in questa mia scelta di vita, senza mai interferire e tenendomi sempre con i piedi per terra, a partire dai miei genitori e le mie più care amiche. Spero siano fieri di me”.

Cance al Festival di Sanremo ha sempre fatto il tifo per il cantante che poi ha effettivamente vinto, Diodato.

“L’ho conosciuto l’estate scorsa dopo il suo concerto in Baia del Silenzio a Sestri Levante – racconta Cance – il suo chitarrista insegna nella mia stessa scuola a Milano e ci eravamo promessi di salutarci quella sera. Dopo il concerto siamo andati a bere qualcosa e la serata è finita alle 3 del mattino a Portobello con Antonio che ha improvvisato un concerto acustico privato su una barchetta. Sembrava un film. Ho notato che per lui la musica sia una sincera necessità di espressione, cosa che non è per niente scontata nel mondo dell’arte e della televisione. Sono contenta per lui – conclude Cance – perché è un artista che è rimasto fedele alla propria musica senza “commercializzarsi”. Penso che sia la dimostrazione di quanto spesso la purezza e la bellezza necessitino di più tempo per essere apprezzate”.