Sei anni all'ex direttore delle Entrate di Genova Walter Pardini
Era stato arrestato ad aprile fuori dal ristorante Manuelina di Recco. Colto mentre intascava una tangente di 7.500 euro
Tangenti, Walter Pardini (nella foto), ex direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Genova, è stato condannato a 6 anni. La sentenza, con rito abbreviato, è stata emessa dal gup Franca Borzone.
Dovrà pagare anche una provvisionale di 50mila euro. Gli altri condannati
Pardini, oltre ad essere stato condannato a 6 anni, dovrà anche pagare una provvisionale di 50mila euro. Oltre a lui, condannati a 4 anni il commercialista Francesco Canzano (difeso dall'avvocato Paolo Scovazzi) e a 3 anni il collega genovese Stefano Quaglia (l'unico a non essere stato arrestato). L'avvocato Luigi Pelella e il commercialista Massimo Alfano hanno invece patteggiato 3 anni e sei mesi di carcere.
La vicenda: colto in flagrante dalla Finanza dopo una cena alla Manuelina di Recco
Ma perché la condanna? Pardini era stato arrestato a Recco nella serata di lunedì 10 aprile: era stato colto in flagrante dalla Guardia di Finanza, al termine di una cena effettuata presso il ristorante Manuelina di Recco, mentre intascava una tangente di 7.500 euro ed era stato accusato di corruzione. I soldi servivano a favorire una transazione favorevole alla Securpol riguardante un debito di venti milioni di euro che tale società, operante nel settore della vigilanza privata, ha col Fisco. Con la medesima accusa, erano stati tratti in arresto anche i tre consulenti della Securpol che hanno consegnato a Pardini la «bustarella»: l’avvocato Luigi Pelella e i commercialisti Francesco Canzano e Massimo Alfano. Il ruolo di «facilitatore» della transazione sarebbe stato assegnato al commercialista Stefano Quaglia, indagato per concorso in corruzione.
L'indagine degli inquirenti
Alle Fiamme Gialle i primi sospetti erano venuti quando avevano notato l’avvenuto spostamento della sede legale della Securpol dal Lazio al capoluogo ligure, nonostante l’assenza di tangibili legami tra la società in questione e la città di Genova. Per gli inquirenti il cambiamento era stato messo in atto per mettere la Securpol nella condizione di avere a che fare proprio con Pardini per il contenzioso con l’Agenzia delle Entrate: la discussione di questo caso, per mezzo di un incontro formale tra le due parti in causa, era in programma proprio pochi giorni dopo il «fattaccio» messo in atto nel principale comune del Golfo Paradiso.