Nucera: "La nostalgia del terreno di gioco"
L'allenatore della Lavagnese racconta questi giorni

"Fosse per me sarei già in campo, ma purtroppo non ci si può andare. La nostra è una grande passione però, giustamente, rispettiamo le regole. La salute prima di tutto".
Gianni Nucera, (nella foto) allenatore della Lavagnese, trascorreva sei o sette ore al Riboli ogni giorno. L’ultima partita ufficiale dei bianconeri è datata 23 febbraio, Lavagnese-Fossano 2-0. Poi è giunta la sospensione dell’attività a causa del coronavirus quando mancavano nove giornate alla fine del campionato. Difficile dire quando e se riprenderà il torneo.
"Io e il mio staff tecnico ci mettiamo in contatto quasi ogni giorno con i nostri giocatori – racconta Nucera – soprattutto per sincerarci sul loro stato di salute. Quando è iniziata l’emergenza legata al covid-19 abbiamo fornito ai ragazzi un programma di lavoro da seguire per la prima settimana. Per quella successiva, invece, abbiamo stilato una serie di lavori differenziati. Chi aveva la possibilità di correre poteva farlo mentre chi ha un giardino poteva eseguire esercizi specifici di forza. Purtroppo dalla terza settimana è stato introdotto il divieto di non allontanarsi troppo da casa, per cui abbiamo capito che è difficile che tutto il gruppo possa esercitarsi. Ci stiamo sentendo in questi giorni per riprogrammare qualcosa in modo da tenere i ragazzi sempre attivi, per quanto possa essere possibile".
La nostalgia del terreno di gioco, delle gare, dello spogliatoio e del gruppo si fa sentire, soprattutto il giorni siamo costretti a restare chiusi in casa.
"Senza pallone è dura visto che i nostri allenamenti si basano per il 95% su quello", conclude Nucera.
Ma cosa fanno i calciatori bianconeri costretti a casa per l’emergenza Coronavirus quando non si allenano? Giacomo Avellino, ad esempio, sta dando sfogo alla sua grande passione, la cucina. Sul proprio profilo Facebook e Instragram il capitano bianconero pubblica, quasi quotidianamente, le fotografie delle sue specialità. Il tempo libero, ahinoi, abbonda.