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La Veleria San Giorgio dopo la riconversione

"Appelli per acquistare il made in Italy"

La Veleria San Giorgio dopo la riconversione
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Un accorato appello agli enti pubblici, affinchè favoriscano e acquistino il "made in Italy". La Veleria San Giorgio, leader mondiale nella produzione di giubbotti di salvataggio destinati a crociere, Marina Militare e nautica da diporto, da circa un mese si è riconvertita per fornire mascherine omologate alla Asl 4.

A questa richiesta se ne sono sommate altre, che hanno fatto sì che la produzione venisse estesa anche a camici, cuffie, schermi protettivi e visiere, ma dopo la frenesia delle prime settimane qualcosa è cambiato.

 "La produzione continua e si è anche allargata, ma sono aumentate anche le complicazioni, come era prevedibile quando il mercato italiano avesse aperto nuovamente alle importazioni dei dispositivi di protezione individuale – spiega il titolare Anton Albertoni – . Il mercato è andato restringendosi sempre di più, come confermato anche da tanti colleghi in tutta Italia".

Attualmente la sede casarzese conta 25 dipendenti, occupati su turnazioni o da casa in smart working, e due sedi in Cina, la cui produzione è stata inevitabilmente rallentata essendo il mercato globale praticamente fermo.

"Quello che sta venendo a mancare è un supporto normativo a difesa dei prodotti italiani – precisa Albertoni – . Anzichè limtarsi a offrire la cassa integrazione, che per carità si è rivelata fondamentale in numerosi settori, si dovrebbe investire nelle imprese italiane, comprare italiano e rivolgersi all’estero solo nel caso in cui non si riesca a soddisfare totalmente la domanda. Stiamo cercando di interpretare il futuro: la mascherina potrebbe diventare a tutti gli effetti e per lungo tempo un capo d’abbigliamento necessario nella quotidianità".