I "fungaioli" scrivono al premier Conte
"Nelle Sue dichiarazioni e nel decreto manca un aspetto: la libertà di percorrere un sentiero o di passeggiare nei boschi anche per la ricerca dei funghi"

Non ci sono dubbi, la tempestività è un pregio che non manca ad Andrea Carannante e Paolo Iantorno, esponenti dell’Unione Italiana Fungaioli.
Funghi
Martedì 28 aprile hanno visto che, dopo oltre un mese di siccità, è finalmente arrivata una giornata piovosa. Conti alla mano nel mese di maggio potrebbero nascere i primi porcini. Le raccolte primaverili non sono mai copiose come le autunnali, ma i “fungaioli” esperti riescono sempre a imbroccare la settima giusta.
Per questo, visto che ci avviciniamo all’ormai famosa “Fase due”, hanno preso carta e penna scrivendo una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte:
"Con la “Fase 2” le politiche sulla ripresa delle attività motorie appaiono eterogenee. Nelle Sue dichiarazioni e nel decreto che a breve seguirà, manca un aspetto: la libertà di percorrere un sentiero o di passeggiare nei boschi anche per la ricerca dei funghi, così importante per le abitudini e la salute fisica e mentale di migliaia di appassionati, già precursori del distanziamento sociale. Come Unione Fungaioli Italiani auspichiamo che Ella compia una scelta in tal senso, consentendo sin dal 4 maggio, la pratica delle escursioni nei boschi all’interno ognuno della propria Regioni".
Che i cercatori di funghi siano gli unici a praticare da sempre il distanziamento sociale, non ci sono dubbi. Anzi potremmo definirla una regola fissa tramandata di generazione in generazione. Un tempo indispensabile per salvaguardare le famose “poste da funghi”, dove i miceti nasceva in abbondanza ogni anno. Essere tenutari del segreto di una “posta” voleva dire raccolta assicurato. I fungaioli esperti si muovevano nel bosco circospetti per non essere visti, in alcuni casi persino di notte, in quanto si andava a colpo sicuro, per trovare i funghi bastava una semplice lampadina. Le “poste” venivano affidate di padre in figlio, raccomandando sempre e comunque la massima segretezza e prudenza. Ovviamente chi non era a conoscenza di tale segreto doveva arrangiarsi, seguendo gli anziani a debita distanza per vedere il luogo del raccolto. Pertanto, tutti nei boschi si muovevano con grande circospezione garantendo un distaccamento sociale che va ben oltre il metro e mezzo di cui si parla in questi giorni. Persino la mascherina sarebbe inutile in quanto il ritrovamento e la raccolta deve essere accompagnata sempre da assoluto silenzio.