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Un matrimonio essenziale ma comunque bellissimo

L'intervista agli sposi Stefano Chiesa e Beatrice Massucco

Un matrimonio essenziale ma comunque bellissimo
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"Il coronavirus non ci ha fermati: quello che contava veramente era sposarci, e nient'altro".

E così Stefano Chiesa, 32 anni e Beatrice Massucco, 27 hanno detto sì: sabato 2 maggio hanno scelto di sposarsi in Val Graveglia, nella chiesa di Santa Maria a Campo di Ne.

Il matrimonio

Una cerimonia, a detta degli amici e parenti che hanno potuto seguirla in diretta sul canale You Tube, comunque molto emozionante. Il rito è stato presieduto da don Andrea Buffoli e si è svolto nel rispetto delle normative anticontagio, con tanto di mascherine e distanziamento.

Stefano e Beatrice, quante persone erano previste al vostro matrimonio?

"Circa 200, alla fine siamo stati una decina, solo i nostri genitori e fratelli/sorelle. E' stata una cerimonia senza dubbio insolita, ma bellissima. Grazie alla “diretta” su You Tube hanno partecipato anche persone che non sarebbero mai potute venire, come i parenti di Beatrice che vivono in Australia".

Diverse coppie hanno rimandato la cerimonia all'anno prossimo, perché avete scelto comunque di sposarvi senza tutti gli invitati e la festa?

"Era dal maggio 2019 che stavamo organizzando questa giornata... Quando abbiamo visto che l'emergenza non si placava e che comunque c'era la possibilità di sposarsi anche se in ben altre condizioni, abbiamo ragionato a lungo e ci siamo chiesti: sposarci così ci va bene, non ci piace o tutto sommato possiamo accettare queste condizioni? Alla fine abbiamo scelto questa strada: certo, ci sono mancate tante persone, ma in questi giorni ci hanno fatto sentire comunque una valanga di affetto a distanza ed è stato bello anche così. Abbiamo scelto l'indispensabile e ci siamo goduti comunque la cerimonia, concentrandoci unicamente su noi due: è una scelta che rifaremmo! Ancora oggi ci guardiamo negli occhi e ci diciamo, ma l'abbiamo fatto veramente?! Tra l'altro non ci vedevamo dal 10 marzo: Beatrice a Torino, io qui nel Tigullio. E' stata un'attesa molto sentita!"

Oltre alla diretta su You Tube, i vostri amici vi hanno fatto una sorpresa: tanti palloncini colorati in chiesa con i loro nomi.

"È stato un gesto bellissimo che abbiamo apprezzato molto, e non è stato l'unico: anche per il coro, i nostri amici si sono raccolti nelle settimane scorse e tutti insieme hanno registrato i canti che avevamo scelto per il nostro matrimonio, così anche la cerimonia ha avuto le canzoni che desideravamo".

C'è qualche passaggio della predica di don Buffoli che vi piacerebbe ricordare?

"La “predica” l'abbiamo fatta anche noi, condividendo con i presenti quello che ci era rimasto impresso nelle letture che avevamo scelto. Don Buffoli ha ricordato quanto sia importante essere una cosa sola ma ognuno con la sua individualità, e mettere al servizio dell'altro le proprie caratteristiche".

Parrucchiere, estetista, fotografo, cameraman, ristorante: come vi siete arrangiati in questo senso?

Michele, il papà di Stefano, ha fatto da cameraman, le foto sono state realizzate dai presenti semplicemente con il cellulare. Stefano si è fatto tagliare i capelli da sua sorella Giulia, mentre a Beatrice ci ha pensato sua mamma Irma. Per il trucco, la sposa si è fatta guidare tramite video da una sua amica. Le letture in chiesa le hanno fatte Davide, il fidanzato di Giulia, e la mamma di Stefano, Giovanna. Insomma, un po' di inventiva e tanta buona volontà! Anche i testimoni sono cambiati: per Stefano, la sorella Giulia e il fratello Luca, per Beatrice i genitori Irma e Gianmarco. I nostri amici comunque sono stati fantastici: anche l'addio al celibato, celebrato a distanza su Zoom tramite videochiamate, è stato molto divertente!

Il 2 maggio era la data prefissata per il matrimonio, ma tante cose sono cambiate in corso d'opera.

"Sì, la chiesa originale era Borzone, ma poi abbiamo optato per Chiesanuova di Ne perché più vicina e raggiungibile, e poi è quella di Stefano. Anche il prete che doveva sposarci è cambiato, prima era previsto prete Rinaldo Rocca. Per il ristorante avevamo prenotato un catering di Genova, ma poi abbiamo cambiato anche quello, e così ci siamo affidati a La Brinca di Ne: abbiamo mangiato all'aperto – a rigorosa distanza, ma almeno senza le mascherine! - a Ponte di Gaggia, ed è stato molto bello. Ci sono venuti a salutare anche i Carabinieri, che hanno controllato come procedeva il tutto, e ci hanno fatto le congratulazioni! E' cambiata anche la nostra casa: dovevamo andare a vivere a Carasco, ma con l'emergenza i lavori si sono bloccati, grazie alla provvidenza una zia di Stefano ci ha messo a disposizione un appartamento a Lavagna. Alla fine ogni aspetto, anche se diverso, è andato al suo posto: non ci saremmo mai immaginati un matrimonio così, ma quel che conta veramente per le nostre c'era, presente o lontano. E' questo l'importante".

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