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"Possiamo fingere di essere in un mondo bellissimo..."

Gian Marco Guidaldi lancia il suo grido d’allarme

"Possiamo fingere di essere in un mondo bellissimo..."
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"La pallanuoto ha perso una grande occasione". Gian Marco “Gimmi” Guidaldi, giocatore del Bogliasco ed ex del Sori, romano di origine ma ormai levantino d’adozione, è molto duro sulla decisione della Fin sulla stagione 2019/2020 e, soprattutto, sulle direttive per la prossima 2020/2021.

Pallanuoto

"Si poteva sfruttare questo virus per riformare ed invece si ripartirà come prima, stesse squadre e stesse formule – argomento il giocatore, classe 1987, ruolo centrovasca - con la stessa agonia di prima, o forse peggio. Possiamo far finta di essere un mondo bellissimo perché la nazionale fortunatamente vince il mondiale ma invece non è così…".

Guidaldi auspicava una riforma:

"Invece – sbotta - continueremo ad avere partite ad orari assurdi con spalti vuoti, squadre che fanno trasferte da “carro bestiame” per risparmiare ed accordi con tecnici e giocatori spesso non rispettati, solo per dire “la mia squadra è in A1 o in A2”, in nome della politica o del proprio orticello personale".

Guidaldi, proprio non ci sta:

"Alcuni punti sono però fondamentali – spiega - annullamento campionati? Concordo come non fosse possibile al momento auspicare una ripresa dei campionati per motivi “strutturali”. Qualcuno ha citato il basket ma, onestamente,sfugge se e quali siano gli accordi tra società e tecnici/giocatori per i compensi arretrati e futuri. Il basket lo ha reso noto. Ma la pallanuoto no, facciamo finta di niente, è molto più semplice postare la foto #waterpolowillneverdie".

Su formule e promozioni:

"In questi giorni ne ho sentite di tutti i colori, mi auguro che vengano fuori tutte le trame “politiche” dietro queste situazioni e che chi di dovere abbia il coraggio di prendersi le responsabilità ed eventualmente “vuotare il sacco” – chiosa Guidaldi - la mia opinione è che questa doveva essere un’occasione per rilanciare un intero sistema".

Guidaldi lo ripete:

"Un intero sistema. La Serie A non dovrebbe  più avere come criterio unico il merito sportivo. Prendiamo il numero di squadre che volete, ma purché siano sane, in grado di poter garantire e dimostrare, non a parole, la capacità di sostenere investimenti con programmi seri e credibili. Continueremo, solo per dire che si è in serie A, con l’agonia di ragazzini mandati allo sbaraglio, tecnici e giocatori non pagati, o mal pagati. Questa agonia non aveva senso nemmeno prima ma adesso avevamo l’occasione per ripartire creando un sistema virtuoso".

Ancora Guidaldi:

"A mio avviso più giusto fare la conta di “morti e feriti”, capire chi poteva garantire un livello alto e a quel punto avremmo capito quante squadre potevano fare la Serie A e creare la giusta formula a tutela della nazionale. E tutti gli altri sarebbero ripartiti da serie minori e più appropriate alle loro possibilità, senza penalità, magari con un paracadute economico da parte della Fin e senza perdere diritti sui vincoli degli atleti".