Rapallo

Le Poste non si fermano durante la pandemia

L’esperienza del portalettere Gianluca Valla

Le Poste non si fermano durante la pandemia
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I cittadini liguri hanno riassaporato la libertà: parrucchieri, palestre, negozi bar e ristoranti, hanno riaperto le saracinesche.

Rapallo

I giorni del lockdown sono ancora impressi nella nostra memoria: tantissime le persone che hanno smesso di lavorare e tante che hanno “stravolto” le abitudini lavorative. Questo è il caso dei dipendenti di Poste Italiane che nei giorni massimi di emergenza hanno continuato a garantire il servizio e anzi, hanno addirittura aumentato le consegne. Ne parliamo con Gianluca Valla, portalettere della zona di Rapallo.

"Sono cambiate molto le cose. Per esempio la modalità di consegna della raccomandata: prima dovevamo accertarci di chi ritirava la corrispondenza. Un sistema di identificazione forte, ora invece abbiamo l’autorizzazione a firmare noi al posto del cliente, diventiamo pubblici ufficiali, e a lasciarla nella cassetta, ovviamente dopo aver parlato al citofono".

Al momento non c’è spazio per le chiacchiere e per il contatto con le persone che a casa o al lavoro aspettano pacchi e o lettere. Un modo di lavorare radicalmente diverso: il contatto con il pubblico per un postino è praticamente scomparso e vengono meno battute e sorrisi.

"Speriamo di tornare a stare a contatto con le persone, confido nei tempi futuri".

L’esperienza di Valla è duplice:

"Io lavoro anche all’interno del centro e anche lì sono cambiate molte cose. Ci sono per esempio gli ingressi scaglionati per non creare assembramento, i cambiamenti dei turni..." e poi si lavora con tutti i dispositivi di protezione:

"Fin da subito Poste Italiane ci ha messo a disposizione mascherine e guanti da usare quotidianamente" e anche questo è stato un bel cambiamento per tutti.

Innegabile che durante le settimane di piena emergenza i pacchi da consegnare siano aumentati:

"Un incremento importante - continua Valla - se da una parte raccomandate e posta ordinaria sono diminuite anche a causa delle chiusure aziendali, dall’altra parte avevamo tantissimi pacchi Amazon da recapitare. Le persone non potevano uscire e acquistavano tantissimo su internet. Ho consegnato tantissimi pannolini per esempio, giochi per bambini e vestiti. Ero anche orgoglioso di fornire un servizio".

Ora con la riconquistata libertà qualcosa è cambiato:

"Gestiamo comunque un volume di pacchi superiore rispetto a prima dell’emergenza. Tante persone non possono ancora spostarsi, o magari non vogliono prendere i mezzi pubblici e allora interveniamo noi".

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