"Quel che è perso è perso, però ci riproviamo"
Parla Morena Filocope, da 30 anni nel settore dell’abbigliamento

"Il mondo del commercio ha fretta di ripartire".
Non usa tanti giri di parole Morena Filocope, da 30 anni nel settore dell’abbigliamento.
Lavagna
"Ho chiuso i miei punti vendita di Lavagna e Chiavari il 10 marzo scorso – racconta la commerciante lavagnese – con la merce, che avevo acquistato circa 8 mesi prima, rimasta chiusa nei negozi per 70 giorni. Merce da pagare pur non avendola venduta. Siamo ripartiti da una settimana con tanto entusiasmo, nostro e dei clienti. Non si recupera di certo – ammette Filocope - quel che è perso è perso, però ci proviamo. Abbiamo confermato gli ordini della collezione autunno-inverno 2020-2021".
Le attività di abbigliamento hanno un rischio basso di contagio nella graduatoria Inail ma le precauzioni non mancano.
"I miei negozi Donna di Lavagna e Chiavari sono più ampi di 40 metri quadrati, perciò possiamo lavorare in tranquillità, mantenendo la distanza di un metro e con un percorso di entrata e uscita – prosegue Filocope - nel negozio Uomo di Lavagna, più piccolo come metratura, ci siamo organizzati con un solo ingresso alla volta. Io e le mie 6 collaboratrici, tutte rientrate in negozio, lavoriamo in sicurezza con igienizzanti e mascherine che abbiamo “costruito“ in base ai nostri look".
Molta attenzione viene rivolta anche alla clientela.
"Abbiamo predisposto postazioni con dispenser per l’erogazione del disinfettante e guanti all’ingresso e nella zona cassa e pos – aggiunge la commerciante – non ho riscontrato particolari ansie nei nostri clienti ma sono affezionati e sanno che nulla faremmo senza pensare alla loro salute e incolumità".
Il problema sta nel come trattare i capi?
"Non ci sono protocolli che ci obbligano a sanificate la merce provata perché i capi si rovinerebbero – conclude Filocope – chi vorrebbe acquistare un capo già deteriorato?".