Esami di abilitazione, un caos: la protesta
Tra i giovani in difficoltà c’è anche la studentessa chiavarese Giulia Musso

Un appello, inascoltato da diversi mesi, per il caos creatosi per gli esami di abilitazione. I laureati che devono sostenere le prove per iscriversi agli ordini professionali stanno protestando in tutta Italia, e hanno anche scritto una lettera aperta.
La testimonianza
Tra questi anche la 25enne studentessa chiavarese Giulia Musso, “emigrata” a Padova per motivi di studio.
Dopo aver conseguito sia la laurea triennale in Scienze Psicologiche dello Sviluppo e dell’Educazione, sia quella magistrale in Psicologia Clinica presso l’Università di Padova, ha terminato nel febbraio 2020 l’anno di tirocinio post-lauream, per poi iscriversi ad una scuola di specializzazione in psicoterapia (CISSPAT) sempre a Padova:
"Per poter proseguire nel percorso di specializzazione, è necessario sostenere un esame di Stato, erogato dall’Università, per poter essere abilitati all’esercizio della professione – racconta -. Non è una novità, ma ciò che stupisce è che, mentre altre professioni sanitarie sono state abilitate all’esercizio della professione senza dover sostenere un’ulteriore prova, per noi non è accaduto".
Non si capiscono le ragioni di un differente trattamento, rispetto ad altre professioni sanitarie:
"Non solo non ci è stato considerato come abilitante il tirocinio professionalizzante, ma ci viene prospettato un esame di Stato su cui non viene fornita alcuna particolare informazione, se non che la modalità sarà online e che l’eventuale disconnessione o scarsa copertura di rete potrebbero compromettere l’abilitazione all’esercizio della professione. Il nostro settore, ancora una volta, è stato trascurato in maniera assolutamente ingiustificata, soprattutto considerando la grande rilevanza della professione di psicologo in questa situazione di emergenza".
C’è anche la possibilità, dunque, che si possa venire bocciati per scarsa o mancata connessione web. Gli studenti, ovviamente non ci stanno e riuniti in un gruppo Facebook, hanno deciso di far sentire la loro voce con una lettera indirizzata al governo. Si chiede chiarezza sul loro esame e le modalità con cui verrà eseguito, visto che il superamento o meno dello stesso comporterà la possibilità o meno di essere abilitati alla professione e quindi di iniziare a lavorare.